Il ‘caso Venezuela’ piomba negli equilibri di governo e maggioranza in Argentina. Le acque si sono prevedibilmente agitate dopo la decisione di Buenos Aires di votare a favore di una risoluzione che condanna lo stato dei diritti umani in Venezuela, in seno al Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite. Immediata è stata la reazione del kirchnerismo più duro, l’area che fa riferimento alla ex presidente Cristina Fernández, oggi presidente del senato.

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Il ministro degli Esteri, Felipe Solá

I settori più oltranzisti rispetto alla tradizionale politica estera dei governi di Néstor Kirchner e Cristina Fernández sono arrivati a definire “macrista” la scelta del ministero degli Esteri, poi applicata in sede Onu dall’ambasciatore Federico Villegas. Non poche le accuse al ministro degli Esteri, Felipe Solá. E lo stesso presidente ha annunciato che chiamerà Maduro “per spiegare i motivi della scelta”. A sua volta, l’erede di Hugo Chávez, non ha mancato di sottolineare che “nel 2009 avevamo governi amici in Argentina”, riferendosi alla ex mandataria.

Tra i contrari a quell’atto, col quale l’Argentina si è di fatto allineata a paesi ufficialmente ostili al regime di Nicolás Maduro, anche l’ambasciatore argentino a Mosca, Alicia Castro, che ha annunciato le dimissioni dal suo incarico. “Non condivido la politica estera del mio governo”, ha detto nella sostanza.


Alicia Castro non è affatto un componente di poco spessore nel mondo kirchnerista. Prima parlamentare, è stata ambasciatore di nomina politica proprio a Caracas e dopo a Londra, due sedi chiave, durante i precedenti governi dello stesso colore.

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Alicia Castro con Alberto Fernández

Insomma, c’è chi ha voluto lanciare un ‘alert’ al presidente, Alberto Fernández. Questa è l’interpretazione che passa con facilità. Ma nella stessa maggioranza di governo non mancano voci di approvazione. È il caso dell’area moderata che fa riferimento a Roberto Lavagna, peraltro ex candidato alle ultime presidenziali del 2019. Secondo l’ex ministro dell’Economia, l’Argentina “deve collocarsi tra i paesi che più contrastano ogni forma di autoritarismo e populismo, favorendo politiche basate sul consenso e dialogo democratico”.

E, alla fine, a parlare è lo stesso ministro Solá, spiegando che il governo non ha cambiato posizione sul Venezuela. “Che nessuno si confonda, il governo ha mantenuto sempre la stessa posizione sul Venezuela”, ha scritto sul suo profilo Twitter.

Ricostruendo i passi dell’Argentina sulla questione venezuelana, Solá ha sottolineato che fin dalla sua entrata in carica il governo Fernández ha aderito alle raccomandazioni dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet. Ma, al tempo stesso, difendendo il principio di non ingerenza e opponendosi alle sanzioni unilaterali.

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