Se l’uscente governo guidato da Mauricio Macri prende le distanze da Evo Morales, rifiutando anche l’asilo presso la sua ambasciata in Bolivia a quattro esponenti del suo governo, Alberto Fernández si schiera politicamente con il deposto leader di La Paz.
Il presidente eletto dell’Argentina ha pubblicamente affermato che i risultati dell’audit dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa) sulle elezioni presidenziali boliviane del 20 dicembre sono stati “manipolati” per delegittimare la figura di Evo Morales. “È una vergogna l’atteggiamento dell’Osa perché l’audit che hanno realizzato è di una notevole inconsistenza e manipolato nei suoi risultati”, ha dichiarato in una intervista radio.
Fernández ha anche criticato il comunicato del governo degli Stati Uniti che celebra il ritorno della democrazia in Bolivia. “Nessun esercito ha mai liberato un popolo né garantito la democrazia. Washington torna alla sua peggiore epoca quando appoggiava colpi di stato contro governi popolari eletti democraticamente”. Secondo il leader del Frente de todos, oggi “nessuno garantisce la pace in Bolivia” mentre “il voto di milioni di boliviani non viene riconosciuto”.
Secondo Alberto Fernández, Evo Morales “ha accettato il risultato dell’audit nonostante tutto e ha aperto a nuove elezioni, ma a fronte di questa proposta la risposta è stata un colpo di stato con la sollevazione di polizia e forze armate”.
Di qui al ringraziamento rivolto al presidente messicano López Obrador che ha offerto asilo a tutti gli esponenti del governo dimissionario, ma anche al presidente del Paraguay, Mario Abdo, che ha permesso l’atterraggio e il rifornimento dell’aereo che ha trasportato Morales in Messico insieme al vice presidente, Alvaro García Linera.