Per l’Argentina arriva la prima doccia fredda verde-oro. A poche ore dalla sua elezione, Jair Bolsonaro sembra già avere le idee chiare in termini di priorità nella politica estera regionale e subregionale. Ad anticipare la prima mossa del presidente brasiliano eletto è il deputato nazionale Onyx Lorenzoni, uno degli uomini più vicini all’ormai leader dell’ultradestra del gigante sudamericano.

Il primo viaggio sudamericano di Bolsonaro sarà in Cile, dall’omologo Sebastián Piñera. Lorenzoni dice di non avere dubbi sul fatto che Bolsonaro e Piñera “possono essere fratelli nella lotta per la costruzione dello sviluppo in America Latina”.

Sebastián Piñera

Di sicuro nell’agenda di Bolsonaro c’è già un altro paese, ma neanche in questo caso è l’Argentina. Non è certo se prima o dopo Santiago del Cile e neanche se prima o dopo l’insediamento ufficiale. Certa e dichiarata è, però, l’ammirazione di Bolsonaro per Donald Trump. E saranno gli Stati Uniti l’altra grande priorità dell’amministrazione di Brasilia a ‘trazione destra’. Volendo dare peso alle premesse, cadrebbe un’altra grande priorità per il Sudamerica, almeno per quel Sudamerica desideroso di sintetizzare una voce unica nel mondo multipolare.


È nell’agenda comune a Unione europea e Mercosur il rinnovamento dell’accordo di associazione che permetterebbe un impulso decisivo alle relazioni commerciali tra i due blocchi. E su questo l’Argentina appare pienamente convinta. Bolsonaro che ne pensa, come futuro presidente del socio di maggioranza del Mercosur? Ad anticipare la politica del prossimo governo è Paulo Guedes, indicato come ministro economico di Bolsonaro. Secondo Guedes, il Mercosur sarebbe un freno all’idea di apertura al mondo che ha il team di Bolsonaro. Un’idea trumpiana, da solista.


Va da sé che un Mercosur privo di una intesa forte tra Brasile e Argentina non ha ragione di esistere, o almeno di funzionare. Sul punto il futuro ministro è lapidario: “L’Argentina non è una priorità e non lo è neanche il Mercosur. Per noi la priorità è fare commercio con tutto il mondo”. Buenos Aires incassa ma, in fondo, ritiene che i due paesi debbano trovare la giusta sintesi per affrontare le emergenze continentali. Primo banco di prova, tutto politico: il Venezuela.

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