È morto l’ex presidente argentino Carlos Menem. Da due mesi era ricoverato presso la clinica Los Arcos di Buenos Aires per una infezione urinaria. Non era il primo ricovero: già a metà del 2020 aveva trascorso due settimane in condizioni di ospedalizzazione per una pomonite bilaterale non legata al Covid-19.

carlos menem morto ex presidente argentina


È morto Carlos Menem, presidente argentino dal 1989 al 1999

Carlos Menem è stato presidente dell’Argentina dal 7 luglio del 1989 al 9 dicembre del 1999, preceduto da Raúl Alfonsín per poi lasciare la guida del paese a Fernando de la Rúa. Carlos Saúl Menem era nato a Anillaco, nella provincia occidentale de La Rioja, il 2 luglio del 1930, figlio di due immigrati mediorientali arrivati in Argentina negli anni Venti, Saúl Menem e Mohibe Akil.

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Con Alfonsín al passaggio di consegne

La sua attività politica è cominciata prestissimo. Ha sempre raccontato di avere mosso i primi passi dopo avere incontrato l’allora presidente Juan Domingo Perón e sua moglie Eva Duarte nel 1951 a Buenos Aires, convincendosi delle idee peroniste. Le stesse che gli costarono l’arresto, nel 1976, durante la dittatura militare che aveva interrotto il suo mandato come governatore della provincia de La Rioja.


Dopo il decennio al potere, Carlos Menem ha dovuto affrontare pendenze giudiziarie durate anni, uscendone pressoché illeso (L’ex presidente Carlos Menem assolto da insabbiamento del processo per l’attentato all’Amia). Nel 2003, alle prime elezioni presidenziali successive al crack del 2001-2002, provò a riconquistare la Casa Rosada. Dovette però abbandonare la corsa dopo il primo turno: Néstor Kirchner aveva un vantaggio incolmabile e gli lasciò campo libero.

La sua carriera politica non si è tuttavia conclusa in quella occasione, avendo conquistato due volte uno scranno in parlamento. Anche al momento della morte era senatore eletto nel collegio della sua provincia. Per molti, Carlos Menem è stato l’ultimo vero caudillo della politica argentina.

Quella di Carlos Menem è una delle figure politiche argentine tuttora più discusse. L’impronta marcatamente popolare e peronista, soprattutto nel secondomandato, ha preso una direzione opposta. Dopo aver promesso di proteggere l’industria nazionale, aprì l’economia argentina al capitale straniero, avviando anche un deciso piano di privatizzazioni.

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Carlos Menem e Zulema Yoma

Si è trattato di una presidenza intesa anche sul piano delle riforme, non tutte accettate e apprezzate dal suo elettorato di base, a cominciare dalla grazia concessa agli esponenti della dittatura. Di Menem si ricorda anche la dollarizzazione dell’economia argentina e l’eliminazione del servizio militare obbligatorio. Ma anche il ridimensionamento dei servizi sociali e una serie di scandali legati alla corruzione politica.

Oltre che per i suoi problemi di salute, di Menem si è recentemente parlato per un presunto matrimonio bis con la sua prima moglie, Zulema Yoma, a trent’anni dal loro divorzio che non fu esente da polemiche. I due si conobbero a Damasco nel 1964. In occasione delle loro nozze, nel 1966, si parlò anche di interesse economici tra le due famiglie.

Dalla loro unione sono nati due figli: Carlos Jr. nel 1968, morto nel 1995 in un incidente mai chiarito che ancora genera sospetti, e Zulema María (Zulemita) nel 1970. Menem ha anche un figlio, Carlos Nair, venuto al mondo nel 1981 da una relazione con Martha Meza, ex deputata nazionale oggi deceduta.

Dicembre 1993, visita di Menem in Italia (Foto: Portale storico della Presidenza della Repubblica)

La relazione tra Carlos Menem e Zulema Yoma terminò nel 1990, quando l’allora presidente la cacciò letteralmente dalla residenza presidenziale di Olivos, insieme ai due figli. Di Menem è anche noto il suo secondo matrimonio, nel 2001, con la cilena Cecilia Bolocco, ex Miss Universo 1987. I due hanno un figlio, Máximo Saúl, nato nel 2003 ma si sono detti addio nel 2007.

Tra le diverse onirificenze, Menem era stato insignito, dal presidente Oscar Luigi Scalfaro, di quella di Cavaliere di Gran croce decorato di Gran cordone dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana il 5 ottobre del 1992.

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