Ancora incombenze giudiziarie per Cristina Fernández de Kirchner. Un giudice federale argentino ha disposto il suo rinvio a giudizio insieme ai figli Máximo Carlos e Florencia con l’accusa di appartenenza a una associazione criminale dedita a corruzione e riciclaggio di denaro di provenienza illecita. Il teorema accusatorio formulato dai magistrati ipotizza che la allora famiglia presidenziale utilizzasse la società immobiliare Los Sauces per ricevere, sotto forma di affitti simulati, tangenti da imprenditori cui aveva garantito appalti di un certo valore.

Secondo Julian Ercolini, il togato titolare dell’indagine, i fatti sarebbero stati commessi tra gennaio del 2009 e marzo del 2016, con compiti precisi: Cristina Fernández è considerata la massima responsabile e il figlio Máximo l’organizzatore.

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Secondo il magistrato, “una parte di ciò che veniva sottratto allo Stato andava a finire alla ex presidente e al suo nucleo familiare”. Così, nel periodo di tempo indicato, la famiglia Kirchner avrebbe poi prelevato i fondi dalla società immobiliare per utilizzarli a proprio vantaggio. Altri nomi eccellenti coinvolti nell’inchiesta sono quelli di Romina Mercado, membro della famiglia Kirchner, e Víctor Manzanares, l’ex contabile di Cristina Fernández.

La ex mandataria peronista accusa da tempo il governo del presidente Mauricio Macri di “utilizzare la magistratura per annullare l’opposizione” e “disciplinare” il resto della dirigenza politica e sindacale che tenta di opporsi al suo progetto politico ed economico. Cristina Fernández de Kirchner deve rispondere anche, assieme ad altri 13 imputati, dell’accusa di tradimento alla patria per la presunta copertura degli iraniani accusati di aver ordinato l’attentato alla sede dell’Associazione mutualità israelita argentina, attentato che nel 1994 causò la morte di 85 persone e oltre 200 feriti. Una “assurdità giuridica” così come definita dalla attuale senatrice.

Dalla parte di Cristina Fernández anche gli attuali ed ex presidenti sudamericani di sinistra, secondo i quali nell’intero Subcontinente è in atto una offensiva delle destre in grado di influenzare, a proprio vantaggio politico-elettorale, parte delle magistrature nazionali.

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