Un’altra tegola per Cristina Fernández de Kirchner in pieno anno elettorale. Si aggrava la posizione giudiziaria dell’ex presidente dopo un altro rinvio a giudizio, disposto dal giudice Claudio Bonadio. I fatti a lei contestati rientrano nell’inchiesta per presunti casi di corruzione legati all’importazione di gas naturale, avvenuti durante il suo mandato presidenziale.

Si tratta del secondo rinvio a giudizio della Kirchner firmato da Bonadio, che, a termini di legge, ha chiesto anche l’applicazione di una misura cautelare, tuttavia non immediatamente eseguibile visto il suo status di parlamentare.

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L’indagine che coinvolge Cristina Fernández è uno stralcio della maxi inchiesta sugli ormai noti “quaderni della corruzione”, di cui è titolare lo stesso Bonadio e che ha visto finire a processo anche l’ex ministro dei Lavori pubblici, Julio De Vido, e diversi funzionari dei governi di Néstor e Cristina Kirchner. Da nuove perizie disposte da Bonadio è emersa una presunta frode allo stato da parte dell’ex presidente, dallo stesso ritenuta a capo di una associazione a delinquere integrata da ministri e funzionari ai suoi ordini.


L’ex presidente è indagata da Bonadio in altre sei cause e, in totale, è coinvolta in 14 processi per casi di corruzione. Una condizione che, nonostante le accuse di “persecuzione giudiziaria” avanzate dalla sua parte politica, la rende debole, facilmente attaccabile anche sul piano politico. E questa è tra le principali argomentazioni di chi, all’interno della estesa famiglia peronista, le chiede di non candidarsi alle prossime presidenziali del 27 ottobre.

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