È fissato per il 26 febbraio l’inizio del processo a carico di Cristina Fernández de Kirchner. Il tribunale federale ha difatti respinto le istanze di rinvio avanzate dai suoi legali. Sono state altresì rigettate le eccezioni di incompetenza e di trasferimento del procedimento al tribunale di Santa Cruz. La ex presidente è accusata di corruzione nella gestione delle opere pubbliche.

Con lei al banco degli imputati anche l’imprenditore Lázaro Báez ritenuto tra i principali responsabili di un giro di mazzette milionarie e altri quattordici imputati. A rispondere delle accuse formulate dalla magistratura anche nomi eccellenti come l’ex ministro Julio De Vido, José López e Carlos Kirchner, cugino del defunto ex presidente Néstor Kirchner.

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Il processo farà luce su presunti favori e mazzette nell’assegnazione di opere pubbliche a Báez, proprietario della Austral Construcciones, attraverso la concessione di 52 opere nel settore della viabilità realizzate nella provincia patagonica di Santa Cruz, per un valore di 46 milioni di pesos, oltre un milione di euro.


Si prevede che il processo duri un anno. Un aspetto che assume anche rilevanza politica giacché sarà pendente durante la campagna elettorale e le elezioni presidenziali che si terranno il 27 ottobre. Non è escluso che questo possa avere ricadute sulla sua candidatura, data per quasi certa dal suo entourage, sulla quale la diretta interessata non si è presentata.

Non è escluso neanche che il peronismo ‘federale’ chieda la testa di Cristina Fernández come condizione per tentare di riunire l’intera famiglia peronista convergendo su un altro candidato.

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