Con una maggioranza ampia che comprende il voto favorevole dell’Argentina, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che denuncia gravi violazioni dei diritti umani in Venezuela. Allo stesso tempo la risoluzione propone la proroga di altri due anni della missione indipendente sotto l’Alto commissariato per i diritti umani dell’Onu nel paese caraibico. E chiede al regime di Nicolás Maduro elezioni libere.

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Federico Villegas

Come sottolieato dal rappresentante argentino a Ginevra, l’ambasciatore Federico Villegas, l’Argentina “è preoccupata per la situazione dei diritti umani in Venezuela” tuttavia aggiungendo che “è aggravata dalle sanzioni economiche” imposte al regime chavista. Ma “i diritti di tutti i venezuelani devono prevalere”. Buenos Aires ritiene necessari il dialogo e la collaborazione del Venezuela con l’Alto commissariato Onu.

La Argentina si è così unita nella condanna a Nicolás Maduro, tra gli altri, a Italia, Spagna, Brasile, Australia, Cile, Danimarca, Germania, Perù, Uruguay e Corea del Sud. Contrari lo stesso Venezuela, Eritrea e Filippine mentre tra i 22 asteuti figurano Messico, Angola, Camerun, India, Indonesia, Nepal, Nigeria e Sudan.


Tra gli altri rilievi indirizzati al regime di Caracas, la risoluzione del consiglio Onu chiede che siano adempiute le raccomandazioni internazionali in materia di diritti umani in protezione della popolazione venezuelana anche al fine di fronteggiare la pandemia in corso con adeguati strumenti umanitari e per migliorare l’accesso all’informazione circa la sua evoluzione.

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Felipe Solá

Con questa decisione, il governo argentino di Alberto Fernández si allinea alla maggior parte dei paesi della regione che avevano già annunciato la loro sintonia con le conclusioni emerse dal rapporto della missione indipendente. Il ministro degli Esteri argentino, Felipe Solá, alla vigilia del voto, riferendosi alla condotta del regime di Maduro, aveva difatti sottolineato che “per avere l’autorità morale di denunciare l’embargo economico e le sanzioni al Venezuela bisogna essere capaci di denunciare anche le violazioni ai diritti umani”.

Quello dell’Argentina, a ben vedere, non rappresenta un cambio netto di posizione netto di rapporti con il Venezuela. Tuttavia, è una posizione più distaccata rispetto alla tradizione kirchnerista che ha sempre coltivato relazioni di prio piano con Hugo Chávez prima e con Nicolás Maduro poi. Già lo scorso luglio, nella stessa sede, Buenos Aires aveva manifestato la sua preoccupazione per la situazione dei diritti umani in Venezuela.

Non muta, però, la posizione argentina sulle sanzioni economiche al Venezuela. Dal suo insediamento difatti, l’esecutivo guidato dal peronista Fernández le ha sempre ufficialmente considerate uno strumento che non aiuta al raggiungimento di una soluzione dell’attuale crisi sociale e umanitaria.

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