Non c’è ancora uffcialità, ma torna a parlarsi della ricandidatura di Cristina Fernández de Kirchner alle prossime elezioni presidenziali del 27 ottobre in Argentina. L’indiscrezione, lanciata dall’agenzia Reuters, è stata raccolta da esponenti del suo entourage più stretto: è l’unica candidata peronista con alta popolarità, dicono.

Secondo i tempi tecnici fissati dalla legge elettorale, che prevede primarie obbligatorie, i candidati hanno tuttavia tempo fino a giugno per sciogliere ogni riserva. Se fosse confermato si ripeterebbe lo schema del 2015: Mauricio Macri, un esponente del kirchnerismo, un rappresentante del peronismo moderato, oltre ai candidati minori.

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“Si può fare altro? Credo di no. Sarà candidata perché non ha altra alternativa. Tutti chiedono che sia così”, ha dichiarato alla Reuters una fonte che ha chiesto anonimato.


I sondaggi recenti mostrano ancora un elettorato diviso tra l’attuale e l’ex presidente, con il ‘terzo’ candidato (con ogni probabilità Sergio Massa) distante, attorno al 13 per cento. Molti peronisti si sono allontanati dalla Fernández per l’eccessivo personalismo della proposta politica. Inoltre, continuano a pesare le accuse di corruzione mosse dalla giustizia alla senatrice.

Ciononostante, Cfk continua a essere l’unica dirigente dell’opposizione a contare su un’alta adesione popolare, soprattutto presso l’elettorato delle classi basse. Un fattore non trascurabile che ha portato diversi dirigenti del peronismo a insistere sulla sua candidatura.

Sondaggi realizzati da Unidad Ciudadana, la formazione politica della Fernández, la collocano attorno al 36 per cento con possibilità di vittoria su Macri, anche se con ridotte differenze nelle intenzioni di voto. Per questo, secondo la stessa fonte sentita dall’agenzia, il kirchnerismo aspira a riunire le anime divise del peronismo. Solo così, numeri alla mano, l’opposizione avrebbe chance reali di battere il leader di Cambiemos.

“È lei la migliore candidata, non c’è nessuno attorno a lei che abbia lo stesso peso”, aggiungono, segnalando che nelle ultime settimane ci sarebbero stati passi in avanti nel dialogo con il resto del peronismo.

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