Sono sette le coalizioni – presentate in adempimento alla legge elettorale allo scadere del termine fissato alla mezzanotte di mercoledì 12 giugno – che si sfideranno alle elezioni in Argentina del 27 ottobre. I prossimi step sono quelli del 21 giugno, termine ultimo per la presentazione delle liste, e dell’11 agosto, giorno in cui saranno celebrate le primarie.
Le urne di ottobre decideranno il prossimo presidente e vicepresidente, ma, con le elezioni legislative parziali, saranno anche rinnovati 130 seggi della camera dei deputati e 24 del senato federale. Saranno inoltre scelti i 43 deputati di ‘spettanza’ argentina al Parlasur, il parlamento comune del Mercosur.
In base alla Costituzione argentina, è eletto presidente al primo turno il candidato che ottiene almeno il 45 per dei voti, o il 40 per cento con uno scarto non inferiore al 10 per cento sul secondo. L’eventuale ballottaggio si terrà in una data da definire nel mese di novembre.
Al voto si arriverà dopo una campagna elettorale dominata dal tema economia. L’attuale contesto di forte recessione, finora, sembra non favorire il presidente uscente, Mauricio Macri, anche se dopo la scelta di Miguel Ángel Pichetto come candidato alla vicepresidenza, i mercati hanno lanciato segnali positivi che potrebbero influenzare l’orientamento dell’elettorato. Macri chiede di confermare il percorso intrapreso nei suoi quattro anni di mandato, con riforme volte a una più ampia apertura del paese allo scenario economico e politico globale.
Il principale avversario è attualmente rappresentato dal kirchnerismo, che propone una piattaforma politica ed economica basata sulla ripresa del mercato interno e sugli stimoli al consumo per riattivare la crescita. Con, quindi, maggiore controllo dell’economia da parte del potere pubblico. Il kirchnerismo è stato, in ordine di tempo, la prima proposta elettorale formalizzata con Alberto Fernández candidato presidente e Cristina Fernández de Kirchner come vice.
Successivamente c’è stato un accordo tra la loro Unidad Ciudadana e il Frente Renovador di Sergio Massa, dando vita alla coalizione Frente de Todos, ma non è ancora stato deciso se la candidatura alle presidenziali si definirà attraverso primarie o per consenso. A ogni modo è Fernández ad avere maggiori chanche interne.
Dopo l’uscita di Pichetto a favore di Macri, l’altro esponente di Alternativa Federal, il governatore di Salta, Juan Manuel Urtubey, ha ‘aperto’ un fronte comune con Roberto Lavagna, chiamato Consenso Federal. Quest’ultimo è candidato alla presidenza, con Urtubey alla vicepresidenza.
Infine, le coalizioni minori. Fit Unidad è una coalizione di sinistra, che propone il tandem formato da Nicolas del Caño e Romina Del Pla. C’è, come aveva annunciato mesi addietro, il Frente Despertar, con l’economista ultraliberista José Luis Espert a puntare alla Casa Rosada. Il Frente Nos avanza la candidatura dell’ex maggiore dell’esercito Juan José Gómez Centurión. Chiude l’elenco Nuevo Mas, un partito di sinistra trotskista che presenta Manuela Castañeira in tandem con Eduardo Mulhall.
JUNTOS POR EL CAMBIO
Mauricio Macri – Miguel Ángel Pichetto
FRENTE DE TODOS
Alberto Fernández – Sergio Massa – Cristina Fernández de Kirchner
CONSENSO FEDERAL
Roberto Lavagna – Juan Manuel Urtubey
FIT UNIDAD
Nicolas del Caño – Romina Del Pla
FRENTE DESPERTAR
José Luis Espert
FRENTE NOS
Juan José Gomez Centurión
NUEVO MAS
Manuela Castañeira – Eduardo Mulhall
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