Sembra proprio che il governo argentino continui a recuperare terreno, in termini di consenso elettorale, nonostante la perdurante crisi economica. Se qualche settimana fa una riconferma di Mauricio Macri alla presidenza argentina sembrava assai improbabile, un sondaggio della Management & Fit reso noto giovedì 11 luglio sancisce un ipotetico sorpasso, confermando una dinamica che è andata delineandosi sempre più, negli ultimi tempi.

elezioni argentina 2019 presidente sondaggi macri fernández


O meglio, la coppia Alberto e Cristina Fernández raccolgono il 39,9 per cento delle intenzioni di voto, tallontata dalla formula Macri-Pichetto con il 38,2. Parecchio più distanti Roberto Lavagna e Juan Manuel Urtubey al 6,9 con José Luis Espert al 4,7 per cento (in questo caso voti interamente sottratti al presidente uscente). Seppure di pochissimo, il fronte macrista (38,6) supera il kirchnerismo (38,5) se agli intervistati si chiede di esprimere preferenza non sui nomi ma sulle alleanze elettorali.

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Ma è vero è che lo scenario politico-economico in Argentina è sempre ad alto tasso di volatilità. E, difatti, in caso di ballottaggio Macri e il suo candidato vice, Miguel Ángel Pichetto, hanno registrato il 45 per cento dei consensi, contro il 42,9 del suo avversario peronista Alberto Fernández, e della sua celebre vice ed omonima, l’ex presidente Cristina. Una differenza di due punti percentuali che, tuttavia, equivale più o meno proprio al margine di errore (il 2,2 per cento) che il sondaggio si premunisce di segnalare.


Il tutto, in una situazione economica sempre estremamente turbolenta, che nel 2018 ha visto il Pil contrarsi di quasi il 3 per cento, e l’inflazione sfiorare il 60. Fin troppo facile per Fernandez attaccare l’attuale amministrazione su questo piano, promettendo, fra l’altro, la ridiscussione dell’accordo con il Fmi, e misure strutturali per l’occupazione e il rilancio industriale.

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Vi è più di un sospetto che ad Alberto Fernandez non stia giovando la presenza della sua ingombrante vice, sia per il suo passato da leader, sia perché vista con diffidenza dall’ambiente finanziario, a causa delle politiche economiche condotte quando era al potere.

Comunque, a oggi l’esito delle elezioni presidenziali che si terranno il prossimo 27 ottobre appare molto incerto, ancor più se si tiene presente che per essere eletti al primo turno occorre raggiungere il 45 per cento dei voti complessivi, oppure il 40 ma con uno scarto di almeno il 10 per cento sul secondo.

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