Con recessione e inflazione contro, l’immagine di Mauricio Macri ha fatto preoccupare non poco il suo entourage. Gli stessi mercati, negli ultimi mesi, hanno lanciato chiari segnali di sfiducia verso l’Argentina davanti a numeri che non sembravano lasciare chance di rielezione al presidente uscente.

L’ultimo sondaggio, però, mostra una situazione in evoluzione. E stavolta a vantaggio del leader della neonata coalizione Juntos por el cambio fu Cambiemos, con un inizio dell’inverno australe meno freddo del previsto.

elezioni argentina 2019 sondaggi macri fernandez


Il rilevamento più recente arriva dopo che gli stessi severissimi mercati hanno giudicato positivamente la scelta di Macri di affidare al peronista moderato Pichetto la parte posteriore della sella. Il punto di partenza è un distacco di nove punti: ad aprile, difatti, Cristina Fernández (non era ancora noto il candidato kirchnerista alla Casa Rosada) staccava di quella cifra il suo avversario-nemico.


Macri-Pichetto, i mercati approvano la formula elettorale. Sale la borsa, scendono spread e dollaro

Oggi lo scossone vede Macri risollevato di dieci punti nell’immagine presso l’elettorato, mentre Cristina scende. L’uscente ha dunque invertito la rotta, spezzato la parabola discendente. La senatrice, invece, sembra pagare forse una presenza ingombrante, il fatto di fare ombra ad Alberto Fernández di cui ella sarebbe vice in caso di elezione. Con una aggiunta di inchieste giudiziarie che la vedono imputata.

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Di sicuro non passa inosservato che venga misurata lei, percepita come vero dominus della formula elettorale. Cfk, comunque, scende dal 36 al 34 per cento nelle intenzioni di voto.

Non è da sottovalutare neanche la società che ha provveduto a sondare il terreno, la stessa Isonomía che aveva certificato in precedenza i nove punti di vantaggio del kirchnerismo. Un dato che iniettò non poca ansia nelle stanza del presidente dove, da allora, hanno cominciato a sperare in un miglioramento dell’economia (e il calo del costo della vita) come unico scanario possibile per il recupero.

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La rimonta – chiaro, però, che parliamo di sondaggi in un panorama estremamente volatile qual è il Sudamerica – c’è stata, portando Macri dal 33 al 43 per cento di immagine positiva. Il kircherismo, però, non può dirsi tranquillo. Perché se è vero che continua a mantenere un piede avanti vede ridotto il margine in caso di (altamente probabile) ballottaggio: dai famosi nove punti di aprile a un meno confortante 45 a 43 per cento.

Due punti, con tanto di margine di errore da non dimenticare, quale che sia il verso. Quello che gli analisti locali fanno notare è che si tratta della prima caduta di immagine della ‘presidenta’ nell’anno, tendenza che si sarebbe rafforzata anche dopo l’accordo di coalizione con un ondivago Sergio Massa.

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