Per le elezioni in Spagna, dei circa 420mila spagnoli residenti in Argentina, al voto di domenica 28 aprile hanno partecipato solo in 7.600. Il 73 per cento di essi ha preferito la modalità del voto per corrispondenza, mentre gli altri si sono recati presso i consolati.
Stando ai dati diffusi dalle autorità di Madrid, solo 10.394 persone avevano avviato l’iter per esprimere il proprio voto politico, ma non tutti sono stati messi nelle condizioni di esercitare il proprio diritto non avendo ricevuto in tempo il materiale necessario. I residenti in Argentina iscritti nelle anagrafe delle regioni del nord della Spagna sono stati quelli che hanno partecipato maggiormente, raggiungendo il numero di 3.580 voto espressi.
Ma non sarebbe il primo caso di ritardo da parte delle autorità preposte. Già nelle precedenti consultazioni, stampa e residenti all’estero avevano manifestato le non minori difficoltà. Inoltre, dal 2011, per legge, gli elettori residenti all’estero devono chiedere di partecipare al voto (a differenza dell’automatismo previsto per il voto degli italiani residenti all’estero). E questo, secondo gli spagnoli espatriati, costituisce già un primo limite, cioè avere una procedura in più da sopportare.
Prima di questa modifica legislativa si era arrivati a una partecipazione elettorale del 35 per cento, per nulla trascurabile. Ora, al contrario, si toccano punte, verso il basso, del 5 per cento. Quindi dalla percentuale massima raggiunta in occasione delle ‘generales’ del 2008, si è andati in diminuzione fino a toccare il 4,7 per cento nel 2015 e il 6,3 nel 2016. Calcolando i voti effettivi, dunque, con le politiche del 2019 non si è raggiunto neanche il 2 per cento. Il 2,61 se si considerano tutti quelli che hanno chiesto di votare.
Per fare un confronto con l’Italia. Alle politiche del 2018, l’affluenza degli italiani residenti in Argentina è stata del 33,72 per cento (233.772 votanti) per la camera dei deputati, mentre per il senato hanno espresso la loro preferenza in 214.697 (33,73 per cento).
Argentina, introdotto il voto per corrispondenza per i residenti all’estero. Come funziona
