Prime tensioni tra il governo di fatto boliviano, guidato da Jeanine Áñez, e quello argentino sulla condizione di Evo Morales. Sull’ex presidente della Bolivia pende un mandato d’arresto spiccato nel suo paese con accuse di sedizione e terrorismo.

Il provvedimento della giustizia di La Paz è stato emesso sulla base di una presunta intercettazione telefonica nella quale, a detta dell’accusa, Morales coordina con il dirigente dei cocaleros Faustino Yucra Yarwi, già sotto inchiesta per traffico di droga, “azioni di pressione contro le zone urbane” nei giorni successivi alle sue dimissioni.

evo morales ordine arresto consegna argentina


Evo Morales, in Argentina dal 12 dicembre con la protezione legale derivante dallo status di rifugiato riconosciuto dal governo di Buenos Aires, ribatte rivendicando il suo ruolo di presidente non avendo il parlamento mai trattato la sua rinuncia. Di qui alla definizione di “nulle” di tutte le decisioni del governo di fatto di Áñez.



In Argentina, oltre a Morales, si trovano anche l’ex vicepresidente, Álvaro García Linera, l’ex ministro degli Esteri, Diego Pary, l’ex ministro della Salute, Gabriela Montano e l’ex ambasciatore presso l’Osa, José Alberto Gonzáles.

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Sulla possibilità che Evo Morales venga consegnato alla giustizia del suo paese, il governo non nasconde difficoltà oggettive. “Sarà complicato perché si trova in Argentina, ma noi possiamo attivare l’estradizione”, ha detto il ministro dell’Interno boliviano, Arturo Murillo. Il procuratore generale, aggiunge il ministro, potrebbe chiedere la collaborazione dell’Interpol. “Vedremo come risponderà il governo argentino”, ha concluso.

Ma l’orientamento del governo di Alberto Fernández appare scontato già dalla decisione di accogliere l’ex leader di La Paz. Una fonte dell’esecutivo ha difatti anticipato all’Agenzia Nova che non consegnerà Morales alla giustizia del suo paese. “Trovandosi in Argentina in condizione di rifugiato gode di una protezione legale rispetto a una richiesta di estradizione da parte del suo paese di origine”, ha spiegato a Nova un funzionario del ministero degli Esteri.

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Una decisione che, oltre a risiedere su ragioni giuridiche, ha un chiaro orientamento politico giacché “la condizione di rifugiato di Evo Morales ha origine proprio nel fatto che il governo argentino ritiene che sia in atto una persecuzione politica nei suoi confronti”. Nei giorni scorsi, Morales ha incontrato Alberto Fernández ricevendo l’invito a non svolgere attività politica durante il suo soggiorno in Argentina.

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