La stampa argentina ‘riapre’ il caso della figlia che Franco Macri aveva avuto da una relazione con una sua dipendente. Caso chiuso dalla giustizia alcuni anni fa e che ora torna a fare notizia per la successione all’imprenditore italo-argentino, morto il 2 marzo del 2018 all’età di 88 anni. Nel suo testamento, redatto pochi anni prima della sua morte, Franco Macri aveva disposto una divisione in parti uguali tra i suoi figli Mauricio, Gianfranco, Mariano e Florencia e i figli di Sandra, scomparsa nel 2014.

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Ma a chiedere di essere ammessa alla successione c’era anche Alejandra De Menech, una figlia che Macri padre aveva avuto nel 1964 da una relazione con una dipendente della Vimac, una sua impresa di costruzioni. E che Franco Macri aveva escluso dal testamento. La De Menech, nel 2005, dopo un lungo percorso legale, aveva vinto la causa di riconoscimento di paternità sulla base della compatibilità di Dna al 99,9 per cento accertata dai periti. Reclamando, ora, la sua parte di eredità.

Il nuovo codice civile argentino stabilisce che la quota disponibile non deve superare il 33 per cento del totale del valore dei beni de de cuius mentre la restante parte deve essere divisa in parti uguali tra gli eredi. E proprio sulla base di questo principio, il negoziato tra gli eredi e la De Menech si è concluso includendola nella divisione della legittima e non in quel 33 per cento di disponibile, in linea con la volontà del defunto.


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Gianfranco Macri


A rimanere fuori dalla narrazione sono, però, le cifre. Al momento sono in corso stime e determinazione della tassazione. Tuttavia, prima della sua morte Franco Macri aveva già donato ai suoi eredi (De Menech esclusa) una buona parte della sua fortuna, pratica diffusa anche al fine di evitare i tributi previsti sulle successioni. La cessione delle azioni del suo Grupo Socma è avvenuta in due tranche, nel 1985 e nel 1990, a beneficio dei cinque figli.

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Gli avvocati della De Menech avrebbero tentato di ottenere una sorta di indennizzo per l’esclusione, non riuscita perché dagli atti processuali è emersa la non intenzionalità di Macri avendo appreso dell’esistenza di un’altra figlia solo nel 1999.

Secondo le indiscrezioni, i beni da dividere sarebbero tre immobili: uno nella località uruguaiana di Punta del Este, uno a Barrio Parque, una zona di prestigio del quartiere Palermo, e uno a Los Polvorines, località nella provincia di Buenos Aires, contiguo a una proprietà di Mauricio Macri. C’è, inoltre, del denaro, non ancora quantificato, derivanti dagli affari di Franco Macri in Cina.

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