Per quanto paesi amici, nonostante la stessa distanza di entrambi i presidenti dai precedenti governi orientati a sinistra, per Mauricio Macri il peso di Jair Bolsonaro nella politica regionale e globale è un ostacolo. O, almeno, una presenza ingombrante. È fuori discussione che i leader di Argentina e Brasile collaboreranno sulle principali pendenze dell’area, anche in funzione di ostacolo alla piattaforma riformista che tenta di ridare vigore alle battaglie sociali.

L’obiettivo del mandatario argentino è quello di evitare che Bolsonaro metta a rischio gli equilibri regionali. “Gli Stati Uniti sono con te”, è la sintesi del messaggio di Donald Trump al neo presidente brasiliano, circostanza che a Bolsonaro, in linea di principio anche politico, dà un sostegno forte ai piani (individuali) dell’ex capitano. Con l’inevitabile e rischio per Macri di ritrovarsi partner secondario di Washington.

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Macri deve a Trump il successo del G20 e, prima ancora, la riuscita dei negoziati con il Fondo monetatio internazionale, ma dalla Casa Bianca ha preso le distanze su temi importanti come l’accordo sul cambio climatico, i rapporti con la Cina e il rifiuto di un’azione forte contro Nicolás Maduro in Venezuela.


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Finora il presidente argentino ha approfittato della debolezza istituzionale del predecessore di Bolsonaro, Michel Temer, per realizzare una agenda internazionale sostanzialmente accettata da tutti i soci del Mercosur, nonostante alcune differenze di fatto con l’Uruguay circa i negoziati con l’Unione europea per il libero scambio e la posizione di Montevideo più morbida su Caracas rispetto al resto del blocco. Questo ha permesso a Macri di fungere da rappresentante, di presentare politiche comuni in vari forum internazionali.

Ma ora c’è Bolsonaro, il suo feeling con un Trump desideroso di tornare a occuparsi di America latina. Dalla sua, inoltre, il Brasile ha la possibilità economica di atteggiarsi a principale potenza regionale e farà di tutto per contare di più sullo scenario globale. Al contrario, Macri ha le priorità della gestione economica d’emergenza e lavorare per la sua rielezione. Tuttavia, questo nuovo protagonismo verdeoro può essere un’occasione anche per Buenos Aires. Convinzione di entrambi – e i dati sull’interscambio parlano chiaro – è che se cresce il Brasile, cresce l’Argentina.

Come anticipato dalla Casa Rosada, Macri incontrerà Bolsonaro il 16 gennaio. In agenda tre temi fondamentali, a partire da quello più agevole nell’approccio: lo sviluppo dei rapporti bilaterali. Il livello di difficoltà sale circa destino e architettura del Mercosur. Se il desiderio del governo Macri è quello di chiudere un accordo storico tra Montevideo e Bruxelles, Bolsonaro non ha mai nascosto il suo quasi totale disinteresse alla cosa. Brasilia ora pretende che il Mercosur sia flessibile, permettendo a ciascun socio di stipulare accordi bilaterali.


La politica commerciale di Bolsonaro: un colpo a Argentina e Mercosur

Per questa ragione, Macri proporrà di disegnare una nuova architettura istituzionale dell’organizzazione, renderla più flessibile alle aspirazioni dei singoli membri. Ma è chiaro che questo avrà conseguenze certe sui piani comuni di Cono Sur e Vecchio continente dove, peraltro, la Francia ha già manisfestato contrarietà all’accordo.


Non meno insidioso, in termini di approccio e soluzione, è la ‘faccenda venzuelana’, tema altrettanto chiave per la regione. Macri – posizione più condivisibile – è per una ricetta istituzionale e pacifica e ha sempre detto di no all’uso della forza gradito ai falchi americani che addirittura farebbero sbarcare i Marines. Al contrario, Bolsonaro, da ex militare, è arrivato a difendere l’ultima dittatura brasiliana e ritiene ormai inutile la diplomazia, non escludendo metodi più ‘diretti’, compreso l’intervento militare.

Il punto di partenza è complicato, i due presidenti hanno priorità diverse e distanti. Le soluzioni a portata di mano saranno il frutto di compromessi, pur essendo un dialogo sbilanciato a favore di Bolsonaro. E c’è da salvaguardare gli equilibri regionali, evitando, per quanto possibile, di scivolare eccessivamente verso Washigton.

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