Un passo che dà certezza. Mauricio Macri sembra aver sciolto le riserve sulla sua ricandidatura a presidente. Le prossime elezioni in Argentina si terranno l’ultima domenica di ottobre del 2019, il paese è già in pieno ‘anno elettorale’. Il mandatario oggi ha riunito gli ‘stati generali’ del Macrismo nel Centro Cultural Kirchner. Parlamentari, governatori di area, centinaia di funzionari di vario rango che fanno capo al presidente italo-argentino. Una riunione di gabinetto molto allargata che va interpretata in un solo modo.

“¡Argentina, Argentina!”, l’entusiasmo dei presenti era evidente. Macri ha sottolineato il successo del G20 di Buenos Aires, il favore della comunità internazionale. Una apertura di credito utile, ha assicurato, che aiuterà a “confermare il percorso di riforme intrapreso nei prossimi mesi”. Di qui l’invito a ricaricarsi per affrontare un impegnativo 2019.

macri argentina 2019


Il cavallo di battaglia di Macri appare di nuovo sintetizzabile nel termine apertura. In senso ampio, compreso quello di un paese che si è rimesso in movimento, si è riaperto agli stessi argentini. Per questo il presidente usa la metafora, ma non troppo, della connettività aerea interna e da e verso l’estero.



“Abbiamo la capacità di accogliere il mondo intero nel nostro paese ma anche la possibilità che siano gli stessi argentini a conoscerlo”. E sfodera i 19 aeroporti rimesso in attività, così come l’apertura, nei prossimi mesi, dello scalo internazionale di Iguazú, tra le principali destinazioni turistiche. 

Tutto, insomma, va verso la ricandidatura, finora mai smentita e mai manifestata. E aumenta la curiosità di conoscere i piani della parte avversa, il Kirchnerismo. Sarà ancora Cristina Fernández? I recenti sondaggi la danno ben posizionata contro Macri.

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