Primi movimenti nell’area politica di centrodestra in vista delle prossime elezioni presidenziali. L’Argentina eleggerà il nuovo capo dello Stato alla fine del 2023, ma il primo test sarà quello delle elezioni politiche parziali del 2021, recentemente rinviate causa pandemia. Nell’attuale opposizione, tra i possibili nomi nel tentare la successione a Alberto Fernández c’è quello di María Eugenia Vidal, ex presidente della provincia di Buenos Aires dal dicembre del 2015 allo stesso mese del 2019.
Mauricio Macri non ha mai comunicato l’intenzione di abbandonare la politica attiva e la continuità potrebbe essere letta nel recente battesimo della fondazione che porta il suo nome, con obiettivi dichiarati che fanno pensare a una proposta di agenda di governo. Ma anche alcuni suoi fedelissimi non escludono di volerci provare.
Da tempo circola il nome del governatore della città autonoma di Buenos Aires, Horacio Rodríguez Larreta, parecchio popolare tra l’elettorato della capitale e al suo secondo mandato. C’è anche quello di Patricia Bullrich, che di Macri è stata ministro della Sicurezza e oggi alla guida del Pro, la formazione politica macrista. E quello, appunto, della quasi 48enne María Eugenia Vidal.
In una intervista radio, alla domanda “Macri o Larreta per il 2023?” non ha esitato a rispondere col suo stesso nome. Nella tradizione politica argentina essere stato, almeno per un mandato, presidente della provincia di Buenos Aires è un valore aggiunto. Della coalizione macrista fanno parte anche i radicali che, al momento, non hanno avanzato idee. Se non dovessero esserci sorprese chiamate Macri, lo scenario più probabile, per quanto prematuro, è quello di un ricorso alle primarie tra Vidal e Bullrich.
In caso di affermazione di una delle due esponenti macriste, alla Casa Rosada salirebbe una donna per la seconda volta dopo i due mandati di Cristina Fernández de Kirchner, se si esclude la presidenza ‘ereditata’, nel 1974, da Isabel Martínez de Perón dopo la morte del marito.