Se il kirchnerismo ha deciso, affindandosi alla coppia Alberto Fernández-Cristina Fernández de Kirchner, e i peronisti moderati sono ancora alla ricerca di un nome da proporre agli elettori attraverso le primarie, sul fronte del governo c’è solo il nome di Mauricio Macri. Manca, cioè, quello del numero due, da proporre nella formula elettorale come candidato alla vicepresidenza.

Attualmente sono dieci le figure politiche tra le quali il mandatario uscente potrebbe scegliere. Calcoli politici alla mano, s’intende. Perché la scelta deve rispondere a una sola esigenza: ampliare il più possibile la base elettorale. Il che vuol dire tentare di convincere quegli elettori non proprio soddisfatti della gestione di Cambiemos, ma che darebbero a Macri una seconda opportunità proprio perché potrebbe (ri)partire con qualche correttivo senza tuttavia abbandonare la visione di un paese più aperto al mondo sia sul piano politico che economico.

mauricio macri elezioni argentina 2019 vicepresidenza
Carolina Stanley


I primi quattro nomi che emergono dai retroscena politici sono tutti ‘interni’, di esponenti politici con Dna macrista e già direttamente coinvolti negli onori e oneri del governo di Buenos Aires. Si tratta della vice uscente Gabriela Michetti che, però, qualcuno dà in uscita a favore di Patricia Bullrich, ministro della Sicurezza, Carolina Stanley, titolare del dicastero sociale, oppure Rogelio Frigerio, ministro degli Interni.


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Martín Lousteau


Ma ad accompagnare Macri potrebbe essere un radicale. Il recente congresso dell’Unión civica radical ha confermato l’appartenenza alla coalizione di Cambiemos, nonostante le (spesso) segnalate differenze di metodo e contenuto rispetto agli alleati di Pro, il movimento politico di Macri.

E dai radicali potrebbe essere scelto il suo segretario Alfredo Cornejo. Oppure il giovane economista Martín Lousteau, più ‘trascinatore’ del collega in termini di raccolta di voti. I più informati, tuttavia, sottolineano che non gode della fiducia totale di Macri, un po’ perché ex ministro di Cristina (ma questo si supera), un po’ perché troppo spesso ha criticato la linea di politica economica dell’esecutivo. Ma della stessa ‘casa’ potrebbe avere la meglio uno tra Ernesto Sanz e Mario Negri, tra i primi a credere e aderire al laboratorio politico di Cambiemos.

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Juan Manuel Urtubey


C’è, infine, la soluzione meno naturale ma più adatta ad allargare il bacino elettorale di Macri: l’apertura al peronismo moderato, quello che con la ex presidente ha chiuso già nel 2015. In questo caso in pole position ci sarebbe Miguel Ángel Pichetto, parlamentare di esperienza e, soprattutto, tra i peronisti che più apprezzano l’operato di Macri.

Non si esclude neanche un volto più giovane, l’attuale governatore della provincia di Salta, Juan Manuel Urtubey. Che crede fortemente in due principi irrinunciabili del macrismo: il libero commercio e l’integrazione dell’Argentina nello scenario globale. Ma è critico circa la attuale gestione del programma economico che il governo ha ‘negoziato’ col Fondo monetario internazionale. E non è poco.

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