Con il vertice dei capi di Stato, martedì 18 dicembre, la presidenza pro tempore del Mercosur passa all’Argentina, che raccoglie il testimone dall’Uruguay. Un summit e un cambio di guida che avvengono in un momento di massima incertezza per il blocco commerciale dell’America meridionale. Sul Mercosur, difatti, incombe la presenza di Jair Bolsonaro.

Sul tavolo due impostazioni, che corrispondono a due diverse visioni sul futuro del blocco: l’attuale unione doganale “imperfetta” con forti restrizioni alla possibilità di chiudere accordi bilaterali con paesi esterni e la zona di libero scambio nella quale i singoli Stati membri sono liberi di negoziare tariffe differenziate.

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Che il Mercosur vada verso una riforma sostanziale è emerso nel corso di un incontro a Brasilia tra il futuro ministro degli Esteri verde-oro e gli omologhi di Argentina, Uruguay e Paraguay. La posizione anticipata dal governo di Buenos Aires è quella di analizzare tutti i possibili meccanismi per rendere il Mercosur più flessibile.


Sulla base delle precedenti dichiarazioni del presidente eletto brasiliano, è facile ipotizzare le richieste di flessibilità da parte di Brasilia. Il principale tema nell’agenda del Mercosur è l’accordo di libero scambio con l’Unione europea verso il quale di fa strada l’ipotesi che i singoli membri del Mercosur portino avanti un proprio negoziato con Bruxelles. In sintesi, Bolsonaro non è per la disgregazione del blocco sudamericano, ma non intende rinunciare alle opportunità commerciali del suo paese derivanti da accordi bilaterali con altri partner mondiali.

Epilogo che non dispiacerebbe alla Francia che, tra i paesi Ue, è quello maggiormente scettico su un accordo tra due blocchi nella loro interezza. L’idea brasiliana potrebbe trovare anche il favore dell’Uruguay, sul modello già inaugurato negli scambi con la Cina che a Montevideo sta dando i suoi frutti. 

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