L’Argentina si astiene dalla condanna di violazioni ai diritti umani in Nicaragua. Il governo di Buenos Aires ha preso così le distanze da un progetto di risoluzione dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa) contro il governo di Daniel Ortega relativamente al trattamento di oppositori politici (almeno 13 finora gli arrestati) dei quali viene chiesta immediata libertà. È una decisione che conferma la politica estera argentina dopo l’ultima presa di posizione su Nicolás Maduro (Venezuela, l’Argentina si sfila dalla denuncia contro Maduro alla Corte penale internazionale).

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Daniel Ortega e la moglie

Con l’Argentina si sono astenuti anche i rappresentanti di Messico, Belize, Repubblica Dominicana e Honduras, contro i 26 voti a favore e i voti contrari di Nicaragua, Bolivia e Saint Vincent. E Buenos Aires si distanzia anche dai soci del Mercosur, che hanno dato il loro sì alla risoluzione adottata nel consiglio permanente dell’Osa.

L’Argentina ha spiegato la sua astensione motivandola sul principio di non ingerenza. In un comunicato congiunto col Messico sottolinea che “non siamo d’accordo con paesi che, lontani da sostenere il normale sviluppo delle istituzioni democratiche, non osservano il principio di non ingerenza negli affari interni, tanto caro alla nostra storia. E siamo contrari a metodi che influenzano i processi elettrorali”.


Ciononostante, la nota dei due paesi sottolinea la “preoccupazione per gli eventi del Nicaragua e soprattutto per la detenzione di figure politiche dell’opposizione, la cui revisione contribuirebbe a vedere il processo elettorale riconosciuto a livello internazionale. Rifiutiamo questa condotta (del governo del presidente Ortega, ndr)”.

Tuttavia, ribadendo nei fatti un cronico senso di sfiducia verso l’organizzazione continentale, accusata spesso di eccessivo appiattimento sulla linea politica statunitense, sia Argentina che Messico chiedono che che l’Osa “ritrovi lo spirito costruttivo sancito nella sua Carta costitutiva al fine di ricostruire il dialogo interamericano”.

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