Paolo Rocca non sarà processato. Lo ha deciso la Camera federale, che non ha riscontrato elementi circa il coinvolgimento del Ceo della Techint con il presunto pagamento di mazzette a funzionari del governo di Cristina Fernández. Era stato il giudice Claudio Bonadio a disporre il processo per Rocca, nell’ambito della maxi inchiesta nota come “Cuadernos de las coimas”.

I giudici hanno ritenuto inesistenti i fatti ipotizzati da Bonadio, non rinvenendo elementi che vincolano l’imprenditore italo-argentino ai presunti fatti di corruzione. Dalle motivazioni si evince che Paolo Rocca, pur essendo alla guida della holding, potrebbe non essere stato al corrente di eventuali operazioni illecite intercettate dalle indagini.

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Secondo i giudici, inoltre, il fatto che Techint sia un gruppo composto da diverse entità aziendali implica che non tutti gli atti passino necessariamente per il vertice dello stesso gruppo. E, inoltre, che non ci sono prove evidenti da poter vincolare Rocca ai presunti reati contestati.


L’indagine di Bonadio è diretta ad accertare se ci sono stati versamenti di denaro illeciti dal gruppo Techint a esponenti dell’ex governo kirchnerista affinché intervenissero sull’esecutivo venezuelano per evitare la nazionalizzazione di una impresa del gruppo operante in Venezuela.

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