La politica muove i primi passi nel cosiddetto anno elettorale. Il voto per le presidenziali in Argentina è previsto per domenica 27 ottobre 2019 con eventuale ballottaggio il successivo 24 novembre. Di incerto, però, ci sono i candidati e, di conseguenza, valutare l’orientamento dell’elettorato al momento è del tutto aleatorio. Ma misurarlo serve almeno a capire la sintonia tra l’attuale presidente, Mauricio Macri, e gli argentini.
L’ultimo sondaggio è un esercizio sullo stato della polarizzazione della politica nazionale: Macri-Cristina, Cristina-Macri. Sebbene nessuno dei due abbia ancora sciolto le riserve, sono ancora i due nomi maggiormente accreditati.
Due nomi, due impostazioni di governo opposte. Soprattutto, gli elettori dovranno esprimere consenso o no sulla linea di governo macrista, tra Fondo monetario internazionale, riapertura al mondo, riduzione della spesa pubblica e andamento dell’economia.
I ‘test’ realizzati dalle società M&R Query, Ricardo Rouvier & Asociados, Cigp e Circuitos su scala nazionale e sulla provincia di Buenos Aires fanno emergere una netta spaccatura del paese tra Mauricio Macri e Cristina Fernández de Kirchner. La ex presidente appare in vantaggio sull’uscente soprattutto al primo turno.
Come già rilevato nelle settimane e mesi precedenti, Macri ‘paga’ la recessione più di quanto la Kirchner subisca le inchieste giudiziarie sulla corruzione. Il mandatario sembra non avere ancora cominciato a capitalizzare i buoni risultati del G20 di Buenos Aires in termini di rilancio delle relazioni politiche ed economiche con i principali partner internazionali.
Il rilevamento di M&R vede Cfk a 29,1 punti percentuali contro i 28,4 di Macri al primo turno, mentre per il ballottaggio il risultato è 35,9 contro 35,3. Non diversi i numeri di Rouvier: al primo turno 31,9 contro 28,1 a favore della esponente peronista, ma a margine più ridotto al ballottaggio con Cristina al 38,9 contro il 37,9 dell’italo-argentino. Cigp e Circuitos, infine, cristallizzano la polarizzazione, con la ex presidente vincente su Macri con uno scarto che non va oltre il 2 per cento.
Il futuro politico del paese sembra dunque dipendere da più fattori: gli sviluppi delle inchieste giudiziarie, l’andamento dell’economia nei prossimi mesi e la decisione politica degli outsider. A cominciare da Sergio Massa, che nei sondaggi è dato come terzo, senza trascurare il peronismo federale, quello ostile a Cfk che, tuttavia, ora appare ancora marginale e senza un nome forte sul quale puntare.