Maie-Italia23, l’obiettivo è nella denominazione del nuovo soggetto politico: portare la legislatura alla sua fine naturale, nel 2023. Il pallottoliere di camera e senato gira anche sulla circoscrizione Estero e dalla ripartizione America meridionale arriva il soccorso di Ricardo Merlo.

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È suo il Maie, Movimento associativo italiani all’estero e, con lui, altri eletti dagli expat italiani e italiani ius sanguinis. C’è Adriano Cario, ‘uruguayo’ residente in Argentina e recentemente al Maie ha aderito Raffaele Fantetti, forzista di vecchia data tra gli italiani in Uk. È da tempo che Ricardo Merlo lavora ‘al centro’ per dare una diversa identità a quella parte di Gruppo misto. È l’idea di ‘sdoganare’ una volta per tutte quella degli italiani all’estero nel dibattito politico della madrepatria.

Gli eletti all’estero hanno fatto la prima comparsa nei due rami del parlamento nel 2006, prima assoluta del voto estero. Forse non nel migliore dei modi, almeno agli occhi dell’opinione pubblica che da un senatore argentino, il defunto Luigi Pallaro, sentì dire, più o meno, questi sono stati i titoli, “Io sto con chi ha vinto“. Un errore nella comunicazione che però rese più evidente il peso di un parlamentare ‘non allineato’ alle altre frazioni dell’arco costituzionale.


Ricardo Merlo e il Maie-Italia23 nel match della crisi

Con Pallaro c’era Ricardo Merlo, eletto alla camera con l’Aisa, Associazioni italiane in Sudamerica, prima di lanciare il Maie di cui è fondatore. E oggi si trova nella stessa ‘preziosa’ condizione di fungere, almeno in parte, da problem solver per Giuseppe Conte dopo la rottura con Matteo Renzi. Le cronache politiche hanno acceso i riflettori sulla nuova componente parlamentare Maie-Italia23.

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Foto: italiachiamaitalia.it

“Non cerchiamo responsabili ma costruttori, a cui l’unica cosa che offriamo è una prospettiva politica per il futuro, per poter costruire un percorso di rinascita e resilienza, nell’interesse dell’Italia, soprattutto in un momento così difficile come quello che stiamo vivendo, tra la crisi sanitaria che continua a mordere e quella economica che ha messo in ginocchio imprese, attività commerciali e famiglie”, è quello che Merlo ha spiegato alla stampa.

Si attendono le prossime ore, a ridosso dell’arrivo di Conte a Montecitorio e Palazzo Madama, per quantificare con esattezza la consistenza della pattuglia. Al senato rispondono all’appello Merlo, Cario, Fantetti, De Bonis e forse anche Lonardo e Nencini. La stampa narra di ulteriori spostamenti nel Misto, che forse non ci saranno.

Merlo, a ogni modo, ci ha messo la faccia e anche l’impegno. Del governo Conte II, del resto, è parte non molto ‘periferica’ avendo conservato l’incarico di sottosegretario agli Esteri che aveva quando il prof pugliese governava spinto dal tandem Salvini-Di Maio. La prima volta per un eletto all’estero.

Nato nel 1962, il 25 maggio che in Argentina è una data fondamentale della storia, Ricardo Antonio Merlo ha una laurea in Scienze politiche a Buenos Aires e un ‘post’ presso l’ateneo di Padova. Con un passato da giornalista prima della politica, nella comunità italiana del suo paese ha lavorato ‘in verticale’, muovendo i primi passi nell’associazionismo veneto.

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I primi contatti con le istituzioni italiane ‘a tema’ sono arrivati con il Cgie e il Comites e poi l’InterComites Argentina. Il vero salto sull’Oceano Atlantico lo ha fatto nel 2006, prima elezione alla camera, poi la conferma nelle due legislature successive e al senato con il voto del 2018.

Il futuro di Ricardo Merlo, alla luce degli eventi, sembra segnato. La fusione con Italia23 – che secondo i retroscena è una sorta di lista Conte – lo impegna politicamente. E, chissà, in modo definitivo – anche in un paese dove tutto è possibile – a dispetto della vicinanza al centrodestra che si percepiva già prima del Conte I.

Per i sostenitori del voto estero, con tutti i suoi limiti, è un buon momento, vedendo trasformato il volto degli eletti ‘stranieri’ che se per Costituzione sono parlamentari ‘normali’ perdono, soprattutto oggi, quella sorta di caratterizzazione, di ‘scopo’. Dimostrando di sapersi ormai muovere con scioltezza nell’infernale arena politica del paese dei loro nonni.

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