Primarie Argentina, elezioni Argentina 2019 – I risultati delle primarie (finora al 96 per cento circa delle sezioni scrutinate) sono un duro colpo per il presidente Mauricio Macri e la sua maggioranza. Nessun sondaggio aveva previsto uno scarto così elevato tra lui e l’aspirante successore alla Casa Rosada, Alberto Fernández, a vantaggio di quest’ultimo. La pesante situazione economica del paese ha dettato il passo.

I giochi sono ancora tutti aperti per il voto ‘reale’ del 27 ottobre, ma questo è un segnale che il presidente uscente e il suo entourage dovranno tenere in considerazione. La strada, da oggi, è ancora più in salita, e Macri chiama alla mobilitazione e a maggiori sforzi per ribaltare la situazione tra poco più di due mesi.

risultati primarie argentina elezioni 2019


Pur mantenendo una forte valenza politica, quello delle primarie è un passaggio essenzialmente formale giacché le candidature nei principali partiti sono già state definite. Ma il risultato che emerge fornisce una esatta fotografia delle forze in campo in vista del voto finale.


Gli ultimi sondaggi avevano mostrato un paese polarizzato, un panorama politico diviso tra due principali candidati, con il duo Alberto e Cristina Fernández avanti in ogni inchiesta, dai 2 ai 5 punti. Per tutti, l’ex ministro dell’Economia, Roberto Lavagna, col dichiarato obiettivo di rompere la polarizzazione, al terzo posto raccogliendo tra l’8 e il 10 per cento.

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Le primarie, obbligatorie, sono servite a individuare i candidati alla presidenza, vicepresidenza e gli aspiranti parlamentari. Il prossimo 27 ottobre gli argentini dovranno anche rinnovare 130 seggi della Camera dei deputati, 24 del senato e 43 del Parlasur, il parlamento del Mercosur.

Dati alla mano, per l’esecutivo di Macri è una pesante sconfitta e a nulla è servito scegliere il peronista Miguel Ángel Pichetto come candidato vicepresidente col tentativo di ampliare la base elettorale. I dati, a scrutinio non ultimato (affluenza di poco sotto il 76 per cento), vedono Fernández, l’erede di Cristina Kirchner, avanti di oltre 15 punti. Il peronismo kirchnerista è sopra la maggioranza di governo in tutte le province del paese, con l’eclusione di Córdoba, che anche nel 2015 si era mostrata pro Macri.

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Alex Kicillof


Se questo quadro dovesse ripetersi a ottobre ci sarebbe vittoria al primo turno. Non c’è difatti ballottaggio se un candidato raccoglie il 45 per cento o il 40 con uno scarto di almeno dieci punti sul secondo. Inoltre, il Partito justicialista avrebbe maggioranza assoluta in entrambe le camere, a differenza di ciò che emerse dopo la vittoria di Macri nel 2015.

Risultati elezioni primarie Argentina 2019 (98% scrutinato)
I candidati che accedono alle prossime elezioni avendo superato la soglia dell’1,5 per cento

  • Alberto Fernández (Frente de Todos) – 47,65%
  • Mauricio Macri (Juntos por el cambio) – 32,08%
  • Roberto Lavagna (Consenso Federal) – 8,22%
  • Nicolás del Caño (Frente de izquierda) – 2,86%
  • José Gámes Centurión (Frente Nos) – 2,63%
  • José Luis Espert (Despertar) – 2,18%
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María Eugenia Vidal


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La tendenza si è estesa anche ad altre occasioni di voto. Le primarie per la provincia di Buenos Aires – la più popolosa, importante politicamente e strategica – vedono la presidente macrista uscente, María Eugenia Vidal (che aveva comunque una immagine positiva nelle inchieste) sotto di 16 punti rispetto a Alex Kicillof, ex ministro economico di Cristina Fernández.

Horacio Rodríguez Larreta


Il risultato più favorevole per il Macrismo è quello per la città di Buenos Aires. L’uscente Horacio Rodríguez Larreta si impone con il 14 per cento di scarto su Matías Lammens, scelto dal kirchnerismo. Risultato atteso ma al di sotto di almeno il 20 per cento che era previsto.

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