Anche l’Argentina, finora low profile sulla situazione in Venezuela, punta il dito contro il governo autoritario guidato da Nicolás Maduro. L’occasione è un nuovo rapporto dell’Alto commissariato Onu per i diritti umani, presentato da Michelle Bachelet che ne è alla guida. Per il tramite del rappresentante presso le Nazioni Unite a Ginevra, Federico Villegas, il governo di Buenos Aires ha manifestato la sua preoccupazione per la violazione dei diritti umani in Venezuela.

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Il caso è quello documentato da Bachelet sui ripetuti e gravi abusi e violenza ai danni dei lavoratori di una zona mineraria dell’Orinoco, l’Arco minero del Orinoco. Finora sono stati accertati 149 morti dal 2016. Secondo il rapporto, i lavoratori delle miniere “sono intrappolati in un contesto generalizzato di sfruttamento e alto livello di violenza” da parte di gruppi criminali che controllano gli impianti. E questo avviene nonostante “la considerevole presenza di forze militari e di sicurezza nella regione”. Una situazione davanti alla quale, viene spiegato, le autorità di Caracas risultano inerti.

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Il diplomatico argentino ha manifestato “profonda preoccupazione” per la situazione dei diritti umani in Venezuela e per la “grave crisi politica, economica e umanitaria”. Pur osservando che la crisi “si è aggravata per le nuove sanzioni economico-finanziarie e per la pandemia”, Villegas sottolinea che “solo l’ordine costituzionale, la democrazia e lo stato di diritto potranno garantire il pieno rispetto e l’esercizio di tutti i diritti umani in Venezuela”.


L’Argentina “fa suo il recente appello dell’alto commissario a favore di un negoziato politico inclusivo basato su diritti umani e restituzione dei diritti politici”. Il chiaro riferimento è alla condizione in cui sono costrette a operare politicamente i settori dell’opposizione al chavismo. È per questo che, ritenendo non idonee a tal fine l’isolamento e le sanzioni, Buenos Aires chiede “elezioni inclusive, trasparenti e credibili” in Venezuela. E che il paese caraibico “collabori con l’organismo Onu”.

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