Di Juliana Awada, moglie di Mauricio Macri, dicono sia più elegante di Letizia di Spagna, più raffinata di Rania di Giordania, più ‘alla mano’ della britannica Kate Middleton e persino più bella della moglie di George Clooney, Amal Alamuddin. Ma i paragoni si sprecano anche con le altre first lady, perché la primera dama di Capital Federal non teme proprio confronti, nemmeno con Melania Trump e soprattutto con l’inquilina dell’Eliseo, Brigitte Macron.

juliana awada moglie mauricio macri


Sarà per le sue origini libanesi o perché ha sempre respirato moda (la sua famiglia possiede diversi marchi d’abbigliamento in Argentina) o sarà perché finora non ha mai sbagliato una scelta di stile, ma la moglie del presidente argentino, nata nel 1974 a Buenos Aires, alta, castana e con classe da vendere, è considerata una vera icona fashion. In Argentina e non solo. Veste molto europeo, Juliana, che mixa con incredibile gusto pezzi bon ton a quelli più sexy e sofisticati, eppure il vecchio continente la sta ancora ‘studiando’.

Juliana Awada


Una certezza c’è, però: nel club internazionale di regine e ‘prime donne’, Juliana Awada si è già presa un posto d’onore. Sulla bellezza non si discute: alta, slanciata, con un sorriso che arriva fino agli occhi e i capelli che sembrano quelli delle pubblicità. Il tutto valorizzato da look che, a ogni occasione ed evento ufficiale, le valgono subito le copertine delle riviste.

Mai senza tacco 12 (ha una vera passione per le décolleté con cinturino), la Awada passa dai colori pastello, celeste, panna e rosa cipria, a quelli più audaci, rosso e nero. Dai tubini rigorosamente con spolverino abbinato ai completi pantalone. Ma osa pure, non è mai ‘noiosa’.


Esempi? L’audacia nell’indossare décolleté silver durante la visita in Argentina (tango incluso) dell’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama in visita. E, sempre a proposito di scarpe, il rosso fuoco sfoggiato a Parigi dai Macron. E c’è chi ricorda bene quando si è presentata in jeans a un garden party elegante. Troppo casual? “Non importa, sono una donna estremamente sicura e quando mi sento comoda nei miei vestiti, va bene”, avrebbe commentato.




Anche la sua storia familiare è affascinante. Ultima di cinque figli nati da una coppia di umili origini che ha poi costruito un piccolo impero tessile, ‘Awada’, Juliana ha frequentato le migliori scuole di Buenos Aires e ha potuto poi perfezionare il suo inglese a Oxford. Tornata in Argentina, a 23 anni si è sposata e ha iniziato a lavorare come stilista nell’azienda di famiglia.

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Nel 2009 inizia la favola con Macri, allora sindaco di Buenos Aires che frequentava la sua stessa palestra. Ma Juliana Awada e l’attuale capo dello Stato si conoscevano da anni: “Non è stato un amore a prima vista, ma appena ho iniziato a uscire con lui ho capito che era l’uomo della mia vita”, ha assicurato lei.


E lui deve aver avuto la stessa impressione, perché poche settimane dopo, colpo di scena, ha lasciato la seconda moglie e chiesto a Juliana di andare a vivere insieme. Quindi il matrimonio nel 2010, l’evento dell’anno, e l’arrivo di Antonia, l’unica figlia che hanno in comune (ci sono anche Valentina, nata dalla relazione di lei con un conte belga e poi Agustina, Jimena e Francisco, che Macri ha avuto dalla prima moglie).

Il marito è solito chiamarla ‘la hechicera’, la maga, per come ha messo ordine nella sua vita, il resto del mondo ha imparato a conoscerla come una primera dama elegante e raffinata, una donna “educata per sorridere”, l’ha definita il quotidiano argentino Clarín e, su Instagram, dove conta più di un milione di follower, semplicemente come Juliana, “mamá de Valentina y de Antonia, mujer de Mauricio, diseñadora, visualmente inquieta”.

 

Gracias por tanto ❤️.

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