Le Abuelas di Plaza de Mayo candidate al Premio Nobel per la Pace del 2018. La candidatura della storica associazione è stata presentata dal deputato Daniel Filmus, tra i massimi esponenti del Frente para la Victoria, quindi molto vicino alla ex presidente Cristina Fernández. Nonostante la polarizzazione – sempre più marcata in vista delle Presidenziali del prossimo anno – la candidatura delle nonne coraggio ha ottenuto il sostegno di tutti i blocchi parlamentari, compresi quelli che fanno riferimento a Mauricio Macri. Ed è per questo che la presidente, Estela de Carlotto, peraltro molto stimata anche in Italia, si è mostrata evidentemente commossa per la presenza di “tutte le voci della democrazia” all’evento col quale è stata ufficializzata la candidatura al Nobel come “riconoscimento della lotta ultra quarantennale in difesa e promozione di diritti umani e democrazia”. L’associazione delle Abuelas è stata fondata nel 1977 con l’obiettivo di individuare e restituire alle loro legittime famiglie i bambini e le bambine desaparecidos per mano dell’ultima dittatura (1976/1983).
Nonne che cercano nipoti che non hanno mai visto perché figli di giovani donne sequestrate dai militari e che, dopo il parto, venivano private delle loro creature, affidate a famiglie amiche dei militari. La stessa Estela è riuscita a ritrovare il suo ‘nipotino’, che cercava da 36. Lo chiamavo Guido, lo ha sempre chiamato Guido da quando la figlia Laura, da un luogo di detenzione gestito dai militari, nel 1978, telefonicamente informò la mamma di essere incinta. Di Guido, quel bimbo in grembo aveva già quel nome. Quando lo ha ritrovato, però, nell’agosto del 2014 Guido si chiamava Ignacio Hurban. Un abbraccio ed è tornato a chiamarsi Guido. Laura, invece, non è mai tornata a casa, come gli altri circa trentamila scomparsi. Nella loro lunga lotta, tenace ma sempre civile, le Abuelas sono riuscite a recuperare l’identità di 127 argentine e argentini.
