L’ultimo aggiornamento sulla povertà in Argentina, al secondo semestre del 2023, conferma la preoccupante tendenza degli ultimi anni, in uno scenario di forte crisi dell’economia che è sempre più crisi sociale. Con tratti devastanti, soprattutto in alcune province del paese e per la percentuale altissima di bambini in condizioni allarmanti. Dall’ultimo rilevamento dell’Indec, il locale istituto nazionale di statistica, emerge un paese che soffre un aumento generalizzato del fenomeno ma con importanti differenze al suo interno. E certifica quali sono le aree più povere dell’Argentina.

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Quali sono le aree più povere dell’Argentina: Buenos Aires e Patagonia soffrono meno

L’aumento della povertà c’è stato anche negli ultimi sei mesi dello scorso anno e gli osservatori già avvertono che la tendenza sarà confermata anche nel primo semestre del 2024, con un ulteriore aumento. Lo scenario di base è il combinato della perdurante e profonda recessione con le riperscussioni sul mercato del lavoro, la diminuzione dei salari reali ‘prosiugati’ dall’alta inflazione e la diminuzione del risparmio delle famiglie.


La povertà in Argentina risulta aumentata di 2,5 punti nell’ultimo anno, fino a raggiungere il 41,7 per cento a livello nazionale: significa che 19,4 milioni di argentini vivono al di sotto della soglia di povertà. Ma in alcune province del paese si va parecchio oltre, come la regione del nordest dove l’indice di povertà è al 48,4 per cento. È lì che c’è l’agglomerato urbano più povero dell’Argentina: addirittura il 65,2 per cento della popolazione del Gran Resistencia, la conurbazione della capitale provinciale del Chaco. Sempre nel nordest, la povertà è al 46,9 per cento a Formosa e al 41 per cento a Corrientes.

Ma la povertà soffoca anche il nordovest dell’Argentina: l’insieme delle province di quella parte del paese è al 45,6 per cento di povertà, con due città che superano il 50. Sono Santiago del Estero-La Banda (53,2 per cento) e La Rioja (51,6). Non va tanto meglio nel Cuyo, ovest del paese, dove la povertà media è del 44 per cento che l’area urbana di Mendoza sale al 47. Sotto la media nazionale, invece, il Gran San Juan e il Gran San Luis, rispettivamente al 41,6 e al 36,9 per cento.

Il dato della regione centrale Pampeana è del 40,4 per cento di povertà ma con grandi differenze al suo interno. Se l’area di Concordia (Entre Ríos) vede in difficoltà il 56,2 per cento della popolazione, l’agglomerato di Bahía Blanca-Cerri è al 35,2. Molto peggio nell’area del Gran Santa Fe (48,9) o a San Nicolás-Villa Constitución (46,7) e nell’area urbana de La Plata (44,2).

La differenza delle condizioni di vita è netta all’interno del Gran Buenos Aires dove la capitale – storicamente la più ricca dell’Argentina – ha un indice di povertà al 21,4 per cento che però sale al 45,5 nei popolosi comuni dell’area urbana oltre i limiti de La Ciudad. Nel complesso, l’intero agglomerato ha una media del 41 per cento.

Altro dato consolidato, confermato anche nell’ultimo rilevamento, è la regione della Patagonia, le cui province presentano un tasso di povertà al di sotto della media nazionale, 36,5 per cento. Tuttavia, ci sono casi in cui viene superata, come nell’area di Rawson-Trelew (Chubut) dove è al 46 per cento, ma anche nell’agglomerato di Viedma-Carmen de Patagones (44,1). Il dato più basso è a Ushuaia-Río Grande, col 26,8 per cento della popolazione in povertà.

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