L’Argentina ha autorizzato l’uso del vaccino contro il coronavirus sviluppato dall’università di Oxford e dall’azienda farmaceutica AstraZeneca. Il provvedimento è stato adottato dall’Anmat, l’Agenzia nazionale per i medicinali e gli alimenti in via emergenziale, al pari degli atti attraverso i quali sono stati autorizzati anche il vaccino prodotto dalla Pfizer e quello di produzione russa, lo Sputnik V (Covid, l’Argentina autorizza l’uso in emergenza dei vaccini Pfizer e Sputnik V).

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Con i dati dell’ultimo bollettino del ministero della Salute, i casi di coronavirus in Argentina finora accertati sono 1.602.163 e risulta il dodicesimo paese al mondo come numero di contagi. I morti in tutto il territorio nazionale sono 43.018.

Dopo una timida tregua, l’Argentina sta affrontando un nuovo aumento di contagi, in modo particolare nell’area metropolitana di Buenos Aires. Effetto, secondo le autorità, dell’allentamento delle missure e di un “rilassamento di parte della popolazione” sulle condotte necessarie al contenimento della pandemia.


Il 29 dicembre l’Argentina ha avviato la campagna di vaccinazione, secondo un cronoprogramma basato su step di priorità determinate dall’appartenenza a categorie a rischio e categoria professionali con particolare esposizione al contagio. Per il piano di immunizzazione l’Argentina sta utilizzando lo Sputnik V, le cui prime 300mila dosi sono arrivate da Mosca il 24 dicembre. Il contratto prevede la fornitura di dieci milioni di dosi entro fine febbraio 2021.

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Il presidente Fernández e il ministro della Salute González García

L’uso del farmaco russo, tuttavia, non preclude altre strade di approvvigionamento. In merito al farmaco appena autorizzato, l’esecutivo di Buenos Aires lo scorso agosto ha sottoscritto un accordo con Oxford-AstraZeneca per la produzione del vaccino per tutta l’America Latina eccetto il Brasile.

L’accordo prevede che spetta all’Argentina la produzione del principio attivo presso i laboratori della MabXience, del gruppo spagnolo Insud. Finora sono state prodotte dieci milioni di dosi che a metà gennaio saranno inviaate in Messico, al quale sono affidati confezionamento e distribuzione del vaccino nei paesi della regione. All’Argentina verrebbero così garantite 22 milioni di dosi entro marzo 2021.

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