Sale ancora il numero di balene trovate morte nelle acque del Golfo Nuevo, in Argentina, nella Penisola di Valdés. La provincia patagonica di Chubut vive ormai con molta preoccupazione una vera e propria emergenza: sono ormai quindici gli esemplari di balena franca australe rinvenute prive di vita. E succede in una delle principali aree che quei cetacei scelgono per la riproduzione e le prime cure dei nuovi nati.

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Si tratta di un numero più basso rispetto ai casi normalmente registrati, spiegano gli addetti ai lavori, però sorprende l’arco temporale di appena dieci giorni. Nell’intera scorsa stagione, difatti, sono state 45 le balene trovate senza vita in prossimità delle coste della Penisola di Valdés, un fenomeno però distribuito in diversi mesi.

E il mistero sulle cause della morte delle balene franche australi non è stato ancora risolto: tutte le ipotesi sono allo studio, considerando che si tratta di esemplari che presentano un buono stato di alimentazione, nessuna lesione e quasi tutti adulti.


Mentre proseguono le analisi sui campioni prelevati dalle carcasse e dalle acque del Golfo Nuevo, si continua a ipotizzare la contaminazione di quello specchio di mare e del Golfo di San José da biotossine. Laggiù la chiamano ‘marea roja’, marea rossa, facendo riferimento a biotossine algali oltre i valori normali.

Sarebbero queste le prime evidenze che emergono dal lavoro degli esperti, avendo accertato una anomala concentrazione di una tossina paralizzante nei mitili, probabilmente appartenente alla specie Alexandrium catenella.

Articolo: Record di balene nella Penisola di Valdés: la Patagonia argentina casa dei giganti del mare

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