Le indiscrezioni sulle nuove misure hanno anticipato l’annuncio del presidente, Alberto Fernández. “L’Argentina è entrata nella seconda ondata di contagi”, ha premesso dalla residenza di Olivos dove si trova isolato dopo la riscontrata positività al Covid. Un nuovo decreto impone restrizioni a partire dalla mezzanotte di venerdì 9 aprile.

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Una scelta inevitabile, secondo l’esecutivo, dopo l’aumento deciso di casi di coronavirus in tutto il paese e in modo particolare nella provincia di Buenos Aires e nella capitale. Dopo i 20.870 e 163 decessi, anche il giorno successivo è da numeri record: 22.039 nuovi casi con 199 morti. Dall’inizio della pandemia è il dato più alto, peraltro in un contesto regionale di massima emergenza.

Finora i morti in Argentina sono 56.832 e 2.450.068 il numero dei contagi Covid, compresi i pazienti già fuori dalla malattia. Aumenta la pressione sulle terapie intensive, occupate al 58,1 per cento a livello nazionale e al 64,5 nell’area metropolitana di Buenos Aires.


Le nuove misure indicate nel decreto interessano le aree col rischio epidemiologico più alto e sono 87 in tutto il paese, compresa l’area metropolitana della capitale. C’è il coprifuoco dalla mezzanotte alle 6 del mattino, salvo gli autorizzati, e lo stop ai viaggi di gruppo per tre settimane. Gli esercizi commerciali dovranno chiudere alle 23. Inoltre, nei singoli distretti, compatibilmente alla situazione sanitaria, gli orari delle restrizioni potranno essere estesi.

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Fino al 30 aprile, ancora, limitazione all’uso del trasporto pubblico, divieto di riunioni in domicili privati e in luoghi all’aperto con più di 20 persone. Restano aperti, con protocolli rigidi già previsti in precedenza, cinema e teatri, mentre è disposta la chiusura di casinò e sale da gioco nonché discoteche e locali assimilati.

Misure che non sembrano condivise dall’opposizione e generano pessimismo tra gli operatori economici coinvolti, temendo una durata superiore a quella indicata nel decreto. La curva dell’epidemia, però, non sembra permettere scelte diverse, com’è del resto anche l’attualità nel Vecchio continente.

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