Di termini, espressioni, modi di dire l’Argentina è piena e non può che essere così anche considerando la mescolanza etnica che compone la società del paese. Alcune parole, tuttavia, risultano ricorrenti nel lessico argentino. Questa è una ‘top ten’, in ordine casuale, elaborata dal portale La pagina del español, di quelle la cui comprensione può essere definita ‘fondamentale’.
Che – ‘Che’ è la base, la più comune nel lessico argentino: è difficile parlare con un argentino e non sentirgliela pronunciare. Si tratta di una interiezione che può avere vai significati. La si può usare all’inizio o alla fine di una frase. Per esempio “Che, vamos a tomar algo!” oppure “Vamos a tomar algo, che!” che possiamo tradurre in “Hey, andiamo a bere qualcosa”, “Amico, andiamo a bere qualcosa”. ‘Che’ è anche un modo per attirare l’attenzione che può corrispondere a “Hey!”, ma è inoltre usata per esprimere stupore, sorpresa.
Re – Non è una parola ma un prefisso che, per dirla così, sta bene su tutto. Il suo uso in Argentina è imprescindibile. Ha la stessa finalità di ‘muy’, quella di intensificare la parola alla quale viene abbinato. “Che, estás reviejo!”, “Este asado está rebueno!”.
Quilombo – Se originariamente corrispondeva a un luogo di meretricio, oggi ha il significato di ‘macello’, situazione confusa e ingarbugliata, caos. “Qué quilombo”, “Che disastro, che caos”. Nel lessico ‘da WhatsApp’ viene spesso scritto ‘kilombo’.
Boludo – Il suo significato è quello di tonto, stupido e talvolta il termine è usato per indicare quelcosa di può forte. Tuttavia, può anche essere usato per manifestare affetto. Per esempio, parlando con un amico per dargli un consiglio: “Haceme caso, boludo”.
Pibe – Può essere considerato un sostituto di muchacho, niño o joven. “Había muchos pibes”, per esempio, c’erano tanti ragazzi. Anche in questo caso c’è un uso affettuoso, come quando si sente dire “Dale, pibe, tenemos mucho que hacer”.
Viste – Se corrisponde alla seconda persona del passato remoto del verbo ver, vedere, in Argentina il termine ‘viste’ è molto usato alla fine di una frase. È molto simile a quel “¿sabés?” utilizzato da altri ispanofoni. Esempio: “Al final no pude ir, viste?”.
Dale – È un modo per animare qualcuno, ma anche una forma di consenso, molto simile al ‘vale’ degli spagnoli. “Dale, no seas tan aburrido”, “Su, non essere noioso”. Nel secondo caso, “Nos vemos a las 8?” – “Dale”.
Bancar – È un verbo che può essere utilizzato nel senso di dare sostegno a qualcuno: “Tranquilo, decile lo que pensás que yo te banco oppure come sostituto di ‘aguantar’, manifestare la disponibilità, forza, capacità di sopportare qualcuno o qualcosa: “Esta película es horrible, pero me la banco”.
Fiaca – Anche in questo caso, doppio significato. Come sostantivo corrisponde a pigrizia, ozio, a ‘desgana’ e ‘pereza’ del castigliano. Ma è usato anche come aggettivo: “Sos un fiaca!”, “Sei un pigrone”.
Boliche – In Argentina non esistono la discoteca esiste il boliche. Boliche è un termine usato per indicare discoteche, locali da ballo come disco-bar.
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