Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avellaneda, Silvio Carzoglio, non ha convalidato la richiesta di arresto immediata nei confronti di Pablo Moyano, vicesegretario generale del sindacato dei camionisti in Argentina noto come ‘Camioneros‘, formulata la scorsa settimana dal pubblico ministero Sebastián Scalera. Il leader sindacale, secondo le indiscrezioni pubblicate dal quotidiano Clarín, sarebbe accusato di riciclaggio di denaro sporco in associazione con alcuni gruppi gruppi di ultras della squadra di calcio Independiente.

Nella sua ordinanza, il giudice Carzoglio ha evidenziato che “ci sono perizie informatiche ancora in corso e che le parti non sono state notificate ancora di alcune decisioni”. Moyano ha reagito denunciando di essere vittima di un persecuzione politica e di trovarsi “nel mirino del governo fin da quando ci siamo opposti alla riforma del lavoro”.

Pablo Moyano

L’iniziativa della magistratura è seguita con attenzione dal mondo politico ed economico nazionale, dato che potrebbe innescare una serie di dure proteste sindacali che si aggiungerebbero alle tensioni determinate dalla attuale crisi economica e valutaria. La famiglia Moyano infatti è molto influente nella galassia sindacale argentino ed è in grado di attivare una forte mobilitazione facendo leva su questo ascendente. Il padre di Pablo, Hugo Moyano, è il segretario generale del sindacato dei camionisti ed è considerato il leader sindacale di maggior peso nel paese, considerato che uno sciopero anche solo della sua categoria paralizzerebbe il paese e le attività economiche.


“Non ci sono motivi concreti per arrestare mio figlio”, aveva commentato a caldo, ed aveva poi aggiunto che in caso di convalida dell’arresto “la gente reagirà”. Moyano Senior aveva avanzato apertamente la possibilità di “indire uno sciopero generale di fronte a una ingiustizia di questo tipo”. In effetti altre organizzazioni sindacali avevano espresso piena solidarietà ed annunciato una prima mobilitazione per domani, giovedì, all’aeroporto internazionale di Ezeiza, in occasione del rientro in Argentina di Pablo Moyano (all’estero per impegni d’ufficio) nella eventualità di un suo arresto.

argentina
Hugo Moyano

Sia Pablo che Hugo (quest’ultimo nella sua veste di presidente del club Independiente) sono coindagati nello stesso procedimento. Il caso è scaturito da una indagine sulle attività del capo degli ultras dell’Independiente, Pablo “Bebote” Alvarez, detenuto in carcere. Sarebbe stato proprio Alvarez a rendere dichiarazioni sulla partecipazione dei Moyano ad attività illecite come il riciclaggio di denaro e sul loro ruolo di promotori di una associazione a delinquere dedita alle estorsioni e altri reati.

L’avvocato Daniel Llemanos, legale di Hugo, ha bollato le accuse di Alvarez come “inconsistenti” e che pertanto chiederà “la nullità del giudizio”. Secondo il legale l’imputazione non può neppure essere formulata “dato che il fatto non è provato” e che con ogni probabilità il testimone dell’accusa ha agito sulla base di un accordo con il magistrato inquirente per alleggerire la sua posizione. “Non posso provarlo – ha affermato Llemanos – ma so che ad Alvarez hanno promesso in cambio gli arresti domiciliari”.

Hugo Moyano con Mauricio Macri

Dopo una iniziale luna di miele con il governo Macri, il clan Moyano si è trasformato in uno dei maggiori critici del presidente e della politica economica del suo esecutivo, tanto che nel corso dell’ultimo sciopero generale Hugo Moyano ha affermato che i provvedimenti governativi “affamano la società”, “non hanno nessuna relazione con la società argentina” e che “si prendono gioco dei lavoratori”. Il sindacato dei camionisti sta inoltre esercitando forti pressioni per la riapertura delle trattative sugli aumenti salariali nel settore dell’autotrasporto, rivendicando un adeguamento degli stipendi all’inflazione.

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