I magistrati Carlos Stornelli e Carlos Rívolo hanno appellato la decisione del giudice Claudio Bonadio (nella foto seguente) che ha disposto che le indagini su Paolo Rocca avvengano in assenza di custodia cautelare. Come noto, all’amministratore delegato di Tenaris vengono contestati presunti fatti di corruzione legati alla maxi inchiesta nota in Argentina come ‘Cuadernos della corrupción’. È la stessa inchiesta che vede coinvolta la ex presidente Cristina Fernández, membri della sua famiglia e funzionari delle sue precedenti amministrazioni. Ipotesi di reato respinte dallo stesso imprenditore.

L’ultima indiscrezione su Rocca è stata lanciata dal quotidiano argentino Infobae, che dichiara di aver consultato fonti giudiziarie. I magistrati, in sostanza, chiedono che al rappresentante del gruppo Techint venga applicata la misura cautelare.


Lo stesso chiedono per altri indagati, nomi molto noti per essere in precedenza vincolati alla Kirchner: Juan Manuel Abal Medina (capo gabinetto della ex presidente), Martín Larraburu (segretario particolare di Medina), Alberto Padoán e Rubén Aranda, questi ultimi due imprenditori.


Rocca è accusato di aver effettuato pagamenti illeciti a un funzionario del governo in cambio di commesse. Per esigenze di indagine, la scorsa settimana è stato disposto il divieto di espatrio in attesa degli sviluppi giudiziari. Allo stesso modo, a titolo precauzionale, le autorità del paese sudamericano hanno ‘congelato’ beni per 104 milioni di dollari.

La notizia delle indagini, però, non ha avuto ricadute sul suo ruolo nel gruppo, il cui consiglio di amministrazione ha rinnovato la totale fiducia nei suoi confronti. “Non sono stato coinvolto nei pagamenti, non li ho autorizzati e nemmeno ne ero a conoscenza”, è stato il commento di Rocca.

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