Una nuova allarmante fotografia della società argentina arriva nuovamente da uno studio dell’Università Cattolica Argentina (Uca). Un quadro che vede soprattutto i minori pagare le conseguenze della nuova crisi economica che sta interessando il paese. Secondo il report presentato il 26 dicembre, un milione e mezzo i bambini soffre la fame.

Un dato altissimo considerando che la popolazione argentina è di 44 milioni. Emerge che condizioni di “insicurezza alimentare” interessano quasi il 30 per cento dei minori, mentre l’insicurezza alimentare “severa” è del 13 per cento.

L’Osservatorio del disagio sociale della Uca, pur ricordando che si tratta di una problematica consolidata nei decenni, sottolinea che la situazione è in netto peggioramento negli ultimi mesi. Anzi, negli ultimi due anni l’insicurezza alimentare dei minori è aumentata dal 21,7 al 29,3. I picchi si raggiungono nelle aree urbane e nella enorme conurbazione di Buenos Aires, con addirittura il 35 per cento.


Ancora più preoccupanti i numeri sulla insicurezza alimentare severa. Se nel 2017 gravava sul 9,6 per cento dei minori, in appena un anno si è arrivati al 13 per cento. Che diventa 17 per cento nel Gran Buenos Aires e 25 tra i minori che vivono in contesti di marginalità lavorativa delle famiglie. Chiude l’analisi della Uca un altro dato sulla insufficienza di politiche pubbliche specifiche: il 18,1 per cento dei minori in difficoltà non gode di alcuna protezione sociale.

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Di pari passo, col marciare della crisi economica, aumenta anche il distacco tra cittadini e istituzioni del paese. È questo l’altro aspetto messo in evidenza dal rapporto Uca. Cresce, cioè, l’indice di insofferenza verso le istituzioni, arrivando al 34,6 per cento dei cittadini, che diventa 42,8 per le classi sociali che vivono in situazioni più disagiate e 50,5 per chi abita nelle cosiddette Villas miserias. È il 38,5 per cento tra i giovani. Tutti numeri che appaiono come il massimo storico, dicendola lunga sulla fiducia dei cittadini nella capacità dello Stato nel suo complesso a ‘gestire’ la vita dei suoi consociati.

La politica perde credibilità trascinando con sé il sistema democratico verso il quale la sfiducia dei cittadini è arrivata a toccare il 65,6 per cento (solo nel 2011 era del 37,5). Numeri che salgono ulteriormente se a esprimersi sono le fasce più vulnerabili della popolazione. Ma è la stessa classe media – storico punto di forza della società argentina rispetto al resto del continente – con oltre il 60 per cento a lanciare un messaggio chiaro a politica e istituzioni.

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