L’Argentina riapre le sue frontiere, si va verso l’eliminazione del limite massimo di ingresso nel paese via aerea. Stando a indiscrezioni diffuse dalla stampa, per un ritorno alla normalità occorrerà attendere il 1 novembre, giorno in cui dovrebbe essere superato il precedente provvedimento che fissa il numero massimo. Al principio si è trattato di 600 persone al giorno, più volte adeguato verso l’alto compatibilmente alla situazione sanitaria del paese.

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Fino al 3 ottobre il limite massimo è fissato a 2.300 persone al giorno, poi tra il 4 e il 10 sale a 21mila a settimana e 23mila dall’11 ottobre. Il percorso di riapertura sembra tracciato, grazie al miglioramento delle condizioni sanitarie (Covid, sollievo in Argentina: l’epidemia ai livelli più bassi. La situazione nel paese) e per effetto delle pressioni esercitate dalle compagnie aeree e dal settore turistico in generale, tra le principali vittime in questi oltre diciotto mesi di pandemia e misure di contenimento.

Di certo c’è che a partire dal 1 ottobre è permesso l’ingresso di stranieri provenienti dai paesi limitrofi, mentre, in caso di conferma delle indiscrezioni, i viaggiatori provenienti dal resto del mondo dovranno attendere un mese in più, al di là delle ragioni del viaggio.


Dalle autorità di controllo delle frontiere assicurano che la data sarà quella del 1 novembre, ma l’ingresso in Argentina continuerà a essere soggetto a regole precise. Si dovrà cioè dimostrare il completamento del ciclo vaccinale con l’ultima somministrazione non prima dei quattordici giorni precedenti o presentare un test negativo effettuato nelle 72 ore precedenti e successivamente sottoporsi a un ulteriore test tra il quinto e il settimo giorno dall’ingresso nel paese.

Ai viaggiatori non vaccinati in tutto o in parte, minori inclusi, non sarà negato l’accesso in Argentina ma sarà obbligatorio osservare quarantena obbligatoria e sottoporsi a un ulteriore test tra il quinto e il settimo giorno.

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