Diecimila riservisti a disposizione delle forze armate da impiegare unicamente in caso di conflitto bellico. È il progetto di legge in lavorazione in Argentina presso il ministero della Difesa, che prevede anche una renumerazione per i periodi di addestramento e aggiornamento, una o due volte l’anno. Lo scopo è soprattutto quello di compensare la diminuzione di arruolamento: l’organico delle tre forze armate è difatti passato da 80 a 70mila effettivi.

In caso di approvazione della legge, il governo darebbe avvio a una ‘chiamata’ pubblica per raccogliere adesioni e poi procedere all’addestramento molto simile a quello previsto per i militari. Nei piani del ministero della Difesa c’è l’inserimento del progetto di legge nell’agenda del parlamento già quest’anno, chiarendo che non sarà la stessa cosa del servizio militare volontario. Alla fine dei periodi di addestramento, tutti tornerebbero alla propria vita civile conservando, tuttavia, il grado da riservista.

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Il progetto pensato dal ministro Oscar Aguad intende fare in modo che giovani professionisti possano affiancare le forze armate soprattutto con compiti legati a nuove tecnologie e prevenzione di cyber attacchi. I periodi di addestramento dovrebbero durare dai 15 ai 29 giorni.


In Argentina il servizio militre – la ‘colimba’ nel gergo comune – è stato obbligatorio dal 1904 al 1994, fino alla decisione di eliminarlo presa dal governo di Carlos Menem a seguito del caso Carrasco. Omar Carrasco era un militare di leva che scomparve mentre era in servizio. I suo corpo fu trovato un mese dopo con evidenti segni di tortura. Fu l’occasione, dopo serrate proteste, per porre fine alla leva obbligatoria, considerando anche la poca simpatia che la società aveva verso le forze armate: il paese era uscito dalla dittatura militare da appena undici anni.


Fino al 1994 rivervisti erano coloro che, terminato il servizio militare obbligatorio, rimanevano a disposizione delle forze armate, ma anche allora solo in caso di conflitti bellici. Nel 2017 il senatore ultraconservatore Alfredo Olmedo ha proposto il ripristino della leva obbligatoria, ma solo per quei giovani non impegnati in attività lavorativo o studi universitari. Una proposta, però, che non ha avuto seguito (neanche a livello di opinione pubblica) perché considerata una forma di autoritarismo. Tuttavia, una minoranza della società si è detta favorevole.

In Argentina, parlare di militari e forze armate non è cosa semplice. Lo stesso impiego delle divise in operazioni di supporto alle forze di sicurezza per il controllo delle frontiere e la lotta al narcotraffico, deciso dal governo Macri, non ha mancato di generare contrarietà e polemiche.

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