Il condor andino è a rischio di estinzione. È l’allarme lanciato dalle associazioni ambientaliste argentine, che mettono sotto accusa l’uso incontrollato di prodotti agrochimici nei campi sterminati delle pianure del paese, dove si coltivano principalmente soia, mais e grano. Solo negli ultimi giorni, sono 23 i condor delle Ande (Vultur gryphus) trovati morti: tredici nella provincia di Neuquén e altri dieci nella provincia di Santa Cruz. In diciotto mesi, sono novanta gli esemplari ritrovati senza vita nella sola Argentina. L’ultimo caso numericamente consistente risale al gennaio 2018 quando, a Malargüe, nella provincia di Mendoza, sono stati ritrovati 34 condor e un puma senza vita.
Así matan a nuestros cóndores. Envenenados con furadán colocado en cebos. 23 ejemplares perecieron de esa forma en Santa Cruz y Neuquén. Otra vez. Aunque prohibido este año, SENASA alargó el uso del carbofurano, principio activo del pesticida, hasta agotar stock en 2019. pic.twitter.com/DAKxWUslP1
— Patricio Eleisegui (@Eleisegui) October 30, 2018
Dalla Pampa Umida, l’uso dei pesticidi sta ormai interessando anche le terre più aride a ridosso delle Ande costituendo una trappola mortale per diversi animali, condor in testa. Che, però, devono fare i conti anche con esche tossiche utilizzate dagli allevatori per proteggere le loro mandrie.
Numeri alla mano, parlare di rischio estinzione non è esagerato. In tutto il Sudamerica, stando alle stime degli addetti ai lavori e delle organizzazioni di difesa dei territori, gli esemplari di condor sono all’incirca 6.700, distribuiti tra il Venezuela e la Terra del Fuoco. Ad aggravare ulteriormente la situazione è l’età adulta degli esemplari morti, aspetto che spesso condanna a morte anche i loro cuccioli. Un condor può vivere fino a settant’anni e depone uno o due uova ogni due anni e i nuovi nati arrivano a età fertile attorno ai nove-dieci anni di età. Per riparare il danno delle ultime morti, occorrono – secondo gli esperti della Fundación Bioandina – centocinquant’anni.
😱 Neuquén: Se lleva adelante la investigación sobre las causas de la muerte de al menos 23 cóndores https://t.co/Tt7QZsbpGz @AvesArgentinas @Vida_Silvestre pic.twitter.com/loVPSmesIu
— Noticias Ambientales (@notiambientales) October 30, 2018
Con i suoi quasi quindici chili e un’apertura alare che può raggiungere i tre metri, i condor sono anche una attrazione turistica consolidata nei decenni. Talvolta scende al livello del mare, ma il regno del condor sono le alture dove nidifica tra i tremila e i cinquemila metri di altitudine. Per il subcontinente, Argentina inclusa, è una presenza imprescindibile. Che ora, però, è a rischio.
L’uso di trappole tossiche è comune tra gli allevatori per difendere le mandrie, per esempio, da puma e volpi. Di solito avvelenano i resti degli animali che i predatori lasciano appartati per cibarsene successivamente e al loro ritorno quelle carcasse sono letali. Il rischio corso dai condor è il medesimo, essendo specie carognera che, anzi, svolgono un ruolo di pulizia e prevenzione da malattie nella catena trofica.