L’Argentina, nel suo complesso, si conferma una delle principali destinazioni del turismo Lgbt, oltre alla tradizionale Buenos Aires. Nel 2018, più di 490mila turisti del segmento Lgbt hanno visitato il paese sudamericano, con un aumento dell’11 per cento rispetto all’anno precedente. Sono i dati resi noti dalla Ccglar, la Camera di commercio gay e lebische dell’Argentina.

Pablo De Luca, presidente della Ccglar, sottolinea la proporzione: dei sette milioni di turisti, quasi mezzo milione appartengono alla comunità Lgbt con un trend di aumento che, secondo le stime degli addetti ai lavori, sarà confermato nel 2019. Per l’anno in corso sono difatti attesi all’incirca 550mila turisti Lgbt, che saliranno a 600mila nel 2020.


Anche la scelta delle località si va diversificando sempre di più. Se, difatti, Buenos Aires continua a essere la meta principale, i numeri sono in aumento anche per Puerto Iguazú, Ushuaia, Mendoza, Córdoba e Rosario. La capitale è da sempre all’avanguardia in termini di accoglienza e servizi dedicati al turismo Lgbt.


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Alla base della crescita, ci sono le diverse inchieste, siti specializzati e aggregatori di offerte turistiche che indicano l’Argentina come una delle dieci mete gay friendly più rinomate e talvolta viene indicata come l’unica nell’intera America Latina, come sottolinea Lgbt British Awards. Tuttavia, si stanno posizionando anche Uruguay, Brasile, Colombia e Messico.

argentina turismo lgbt


A sostenere la crescita argentina anche fattori politici. Secondo De Luca, difatti, anche le politiche e il clima anti gay che soffia sul Brasile di Bolsonaro hanno il loro impatto, ‘dirottando’ turisti Lgbt verso l’Argentina.

È per questo che, aggiunge De Luca, occorre continuare a lavorare nella costruzione di un contesto di evidente rispetto di diritti e diversità. Un esempio è la recente creazione in Argentina di una rete di coordinamento degli addetti ai lavori del turismo Lgbt, che riunisce venti destinazioni tra città e province del paese.

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