Il bilancio arriva dal ministero della Salute del governo della città di Buenos Aires: i casi di dengue nella capitale argentina sono saliti a 165 dall’inizio del 2020. Di questi, va precisato e lo dettaglia lo stesso comunicato, 110 sono collegati a precedenti viaggi in Paraguay, mentre i restanti 55 hanno contratto la malattia senza avere alle spalle un viaggio nelle aree più a rischio della regione sudamericana.
Secondo i dati delle autorità sanitarie, la media settimanale di casi di dengue confermati è in crescita. Rispetto alle estati 2017/2019, in cui la media settimanale è stata di 23 casi accertati, nell’estate 2020 ogni settimana ne sono stati in media diagnosticati 76.
Tra il 30 giugno del 2019 e il 22 febbraio del 2020, inoltre, i casi di malattie trasmesse da determinate specie di zanzara nella città di Buenos Aires sono stati 701: 681 di dengue, 2 di febbre gialla, 7 di Chikungunya, 11 di Zika. Rispetto agli anni precendenti, con eccezione del picco registrato nel 2016, la media di casi di dengue registrati è risultata in aumento già dai primi mesi del 2019.
Tuttavia, come sottolinea il comparto sanità della capitale argentina, l’incremento dei casi si deve a una accertata maggiore circolazione dei cittadini di Buenos Aires nelle aree con tradizionale presenza della malattia, soprattutto nelle province del nord e in paesi come Paraguay e Bolivia.
Nella provincia di Buenos Aires, invece, dall’inizio del 2020 i decessi per dengue sono due. Prima un 73enne di Avellaneda, poi una 69enne di Temperley dopo aver presentato i sintomi di ritorno da un viaggio in Paraguay.
Negli ultimi anni, la malattia trasmessa dalla zanzara aedes aegypti si sta trasformando in una delle epidemie più importanti della regione sudamericana, al punto di essere trattata, insieme a coronavirus e morbillo, tra i temi principali dell’ultima riunione dei ministri della Salute dei paesi membri del Mercosur.
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