A Buenos Aires si lavora per l’uscita dal ‘letargo’ imposto dall’emergenza sanitaria globale. Obiettivo: attrarre turisti stranieri, nomadi digitali, studenti di tutto il mondo e stimolare investimenti nell’industria del sapere e dello sviluppo attraverso una strategia che metta al centro la qualità della vita per chi scelga la capitale argentina come luogo di studio e di lavoro. Tornare a essere quella città viva, accogliente, piena di oppurtunità oltre ogni altra grande città dell’America Latina.

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Il punto di partenza di questa chiamata straordinaria di Buenos Aires è l’evento Back to BA, organizzato il 20 settembre dall’Economist e trasmesso in streaming in diverse parti del globo considerate strategiche, come Stati Uniti, Spagna, Regno Unito, Francia, Italia, Germania e paesi dell’area latinoamericana. A proporre Buenos Aires, oltre ai rappresentanti del governo della città autonoma, anche manager, imprenditori, esponenti della cultura, esperti di mobilità globale.

Buenos Aires vuole recuperare i livelli registrati prima dello scoppio della pandemia, puntando su un percorso che possa realizzarsi entro il 2023. Gli ultimi numeri a pieno regime, quelli del 2019, parlano di record di turisti stranieri con tre milioni di presenze e 70mila studenti stranieri che hanno scelto la ‘regina del Río de la Plata. Con le nuove tendenze del mercato del lavoro, inoltre, corteggia anche i cosiddetti nomadi digitali, con l’obiettivo di 20mila presenze che, peraltro, per le casse della città hanno un valore di 150 milioni di dollari.


Buenos Aires cerca così di competere con realtà come New York, San Francisco, Londra e Madrid delle quali la capitale argentina vuole presentarsi come alternativa, del resto col vantaggio del minore costo della vita effetto della svalutazione del peso argentino rispetto alle principali divise mondiali.

Al piano Back to BA c’è solo un ostacolo, non indifferente, ancora rappresentato dalla chiusura delle frontiere permettendo l’ingresso in Argentina a un numero limitato di persone, misura decisa nei mesi scorsi dal governo nazionale. E dal numero ridotto dei voli da e per il paese. Sul punto, le autorità di Buenos Aires lavorano con l’esecutivo per la concessione di permessi speciali da concedere a lavoratori e studenti stranieri.

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