I giovani argentini tra le principali vittime della crisi: oltre un terzo è costretto a rinunciare al ‘sogno’ dell’indipendenza. È la Federazione nazionale degli inquilini a segnalare una controtendenza su uno dei must della società argentina. Il 35 per cento degli inquilini giovani, tra i 18 e i 30 anni, sono costretti a tornare a casa dei genitori. Alla base, principalmente, l’alto costo dei canoni di locazione, l’aumento delle tariffe dei servizi e l’inflazione che non molla la presa sui prezzi.

Stando all’analisi dell’ente di categoria, i giovani destinano il 60 per cento delle proprie entrate ai costi fissi degli appartamenti o delle stanze affittate. È soprattutto Buenos Aires a registrare il fenomeno, anche perché attrae giovani dal tutte le province del paese per ragioni di studio e lavoro.

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Gervasio Muñoz, presidente della federazione inquilini, spiega che “la disdetta anticipata dei contratti di affitto riflette la crisi abitazionale nella capitale”. “Al momento del rinnovo l’affitto aumenta mediamente del 39 per cento ed è previsto un aumento semestrale del 17 per cento stipulato preventivamente” aggiungendo che “a nessuno vengono aumentati i salari con le stesse percentuali”.


Lo studio realizzato dall’ente (su una base di 4.200 inquilini) mette in evidenza che, a seconda delle fasce di età, senza considerare spese e utenze, la percentuale di reddito mensile da destinare all’affitto varia dal 47 al 55 per cento. E a questo vanno aggiunti gli eccessi delle agenzie immobiliari che continuano a esigere le commissioni dagli affittuari, nonostante da quasi due anni il governo della città di Buenos Aires abbia disposto che sono a carico dei proprietari.

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