Dire che La Boca è Buenos Aires è una romantica semplificazione, ma non è un pensiero tanto lontano dalle cose. Almeno è così se il punto di vista è quello ‘tradizionale’, di una Argentina ‘fatta’ dagli italiani. Buenos Aires è tanto altro, ma passa per La Boca. Quartiere dimenticato e snobbato dai porteños, che guardano avanti, che vivono nella velocità della metropoli cercando modernità. Ma è quella parte della capitale argentina che più condensa la sua storia.

buenos aires quartiere la boca anniversario 150 anni

La storia de La Boca è fatta di sudore, speranza di quei ‘miserabili’ arrivati nel nuovo mondo dopo settimane di navigazione. È fatta di quejas di tango, dei colori di Caminito. Di reggimenti di turisti che si perdono nella tradizione di un paese che in quei termini non esiste più.

La Boca è fondamentale per un turista e nella lettura e rilettura della storia argentina e dell’emigrazione italiana. Senza però sorvolare sul fatto che lì si è sviluppata una parte dell’identità argentina, al di là della provenienza degli uomini che l’hanno contribuita a edificare.


Luogo di aggregazione, traffici, amore, malaffare, pallone e fratellanza, La Boca è andata incontro a un destino infame. Il 23 agosto del 2020 ha spento le sue 150 candeline. Tanti sono gli anni passati dal 1870, quando il barrio più famoso di Buenos Aires, che prende il nome dalle bocche del Riachuelo, cominciò a formarsi, a darsi quella sua unicità. Se oggi è un luogo essenzialmente turistico, nei decenni precedenti è stato tutto, perché anche antropologicamente parte dell’immenso porto, che ‘produceva’ esseri umani di ogni razza, merci, contratti internazionali e prostituzione.

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Un brulicare di persone che proprio per il 150esimo compleanno non si è visto. Le misure anti pandemia non lo hanno consentito. A festeggiare La Boca erano appena una cinquantina. La rete si è fatta sentire, anche attraverso quelle fondamentali entità culturali che continuano a sottolinearne l’anima, come il Museo Benito Quinquela Martín, la Usina del arte o i Bomberos voluntarios, tra tanti.

Quella del 23 agosto è una data ufficiale in ogni senso e si deve a un’idea, poi diventata legge numero 944 del 5 dicembre 2002 della città autonoma di Buenos Aires, del deputato cittadino José Palmiotti, nato e cresciuto a La Boca ma con origini in un’altra città che ha vissuto in simbiosi col suo porto e ciò che c’è al di là: Molfetta. Era tutto pronto da mesi, ma l’emergenza globale ha chiuso, almeno fisicamente, i bandoneón.

Davvero difficile immaginare, e forse accettare, una situazione del genere, proprio a La Boca. In un momento in cui, con un occhio ai conti, si sente la mancanza della moneta pesante di provenienza turismo, da sempre voce fondamentale della capitale e del resto dell’Argentina.

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