Addio machismo e intolleranza. Da anni, difatti, l’Argentina, e in modo particolare Buenos Aires, è da annoverare tra le principali mete turistiche gay friendly. Ultimamente anche Mendoza, la città del vino e delle bellezze naturali a ovest del Paese, mostra il suo carattere aperto e tollerante. La considerazione dell’Argentina come Paese gay friendly si è consolidata anche in seguito all’approvazione dei matrimoni gay nel 2010, primo Stato del cattolicissimo Latinoamerica a eliminare differenze di genere nella scelta di una vita insieme. Ovviamente si è trattato di una apertura non indolore, dando luogo, nella legittima rappresentazione di interessi e idee contrapposte, a un pesante confronto tra la Chiesa, che l’aveva definita “un attacco distruttivo al progetto divino”, e l’allora governo di Cristina Kirchner che, al contrario, l’ha apertamente sostenuta e voluta politicamente.

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L’Argentina si è così trasformata in un Paese moderno, aperto e tollerante pur conservando una forte anima cattolica, in alcuni settori conservatrice. È vero, però, che questa simpatia del turismo gay verso la sempre viva Buenos Aires era già cominciata nei primi anni del secolo. Nel 2003, per fare solo un esempio, ebbe grande spazio nei media nazionali l’arrivo del ‘crucero gay’, la crociera gay. Nello stesso periodo erano già ben avviati locali di tango gay.


Per comprendere quanto l’Argentina fosse un Paese diviso tra le sue due anime, basti pensare che il voto di approvazione della legge del 2010 fu accompagnato da incidenti e tensioni davanti al Parlamento dove, convocate da organizzazioni cattoliche, oltre 60mila persone si riunirono per opporsi alla novella legislativa. Inoltre, il 10 aprile del 2016, la prima coppia omosessuale si è potuta sposare, caso per l’Italia impossibile, con rito religioso. Un atto possibile dal momento che la comunità ebraica, cui le due donne appartenevano, aveva accettato la risoluzione del comitato legislativo ebraico argentino, che aveva stabilito la liceità dei matrimoni tra persone dello stesso sesso.

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Questo senso di modernità ha innescato un netto aumento del cosiddetto turismo gay, con fatturato del settore cresciuto notevolmente. Nel giro di breve tempo Buenos Aires ha spodestato, nei numeri, la ‘vicina’ Rio de Janeiro come destinazione latinoamericana gay friendly. Si sono diffuse strutture ricettive dedicate, ristoranti, centri benessere di lusso, discoteche, crociere e agenzie immobiliari specializzate in affitti per coppie omosessuali.

A conferma di tale progresso sociale, nel 2007 si sono tenuti in Argentina i primi campionati mondiali di calcio gay, mentre nell’agosto 2013 i celebri Mondiali di Tango hanno permesso alle coppie di soli uomini o sole donne di partecipare. Tango queer, letteralmente tango eccentrico: così viene definita la storica e passionale danza che viene ballata da gay e lesbiche. Nessuno spazio per alcun tipo di discriminazione, sia sessuale che razziale, e libertà nell’esprimersi.

Non a caso, il portale italiano Gay.it parla di “una vita gay che non ha niente da invidiare alle grandi capitali europee”. Buenos Aires è oggi simbolo, baluardo e location preferita da chi non desidera altro che essere se stesso in una atmosfera senza ostacoli sociali e ‘strutturali’. Del resto, è un popolo che è nato dalla diversità ‘scesa dai barconi’ che, con non poche difficoltà, si è trasformata in vivere comune.

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