Mentre l’Argentina fa i conti con l’avanzare del coronavirus in diverse aree del paese, la stampa locale dà conto di un indisciplinato turista italiano espulso per avere violato gli obblighi di quarantena. Sono quasi cento i contagiati nel paese sudamericano e già tre le vittime del Covid-19. L’origine del coronavirus in Argentina (cittadini e stranieri provenienti dai paesi europei interessati dall’epidemia) ha portato il governo, nei giorni, scorsi a disporre misure di contenimento. Tra queste, la quarantena obbligatoria, assistita da precise sanzioni penali in caso di inosservanza.

È proprio il caso di Alberto Cucci, 69enne turista toscano arrivato in Argentina sabato 14 marzo con un volo Alitalia, quindi già vigente il decreto che dispone l’isolamento di 14 giorni per chi arriva (anche) dall’Italia a titolo precauzionale. L’italiano aveva affittato un appartamento nel quartiere Colegiales di Buenos Aires attraverso una piattaforma online.

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Foto: El teritorio, elteritorio.com.ar

I vicini, però, hanno informato le autorità locali della sua uscita dall’appartamento in almeno due occasioni. Fatti che, inevitabilmente, hanno allarmato parte del circondario, in piena psicosi, identica a quella vissuta nel nostro paese al principio dell’emergenza coronavirus.


Di qui all’intervento del personale del ministero dell’Interno e sanitario in applicazione del recente decreto 260/2020, che ha portato al provvedimento di espulsione gestito in collaborazione con il consolato generale d’Italia a Buenos Aires. Il 69enne italiano – colpito anche da divieto di ingresso in Argentina e sanzione pecuniaria – è stato condotto all’aeroporto internazionale di Ezeiza, messo in isolamento e poi imbarcato prima con destinazione San Paolo e di lì a Roma.


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Cucci, stando al resoconto delle autorità coinvolte nell’operazione, nell’appartamento a Colegiales era solo ma “non sappiamo con chi ha avuto contatti. È una situazione di rischio, si tratta di comportamenti che non possono essere tollerati”. Il governo argentina ha anche istituito un numero telefonico gratuito al quale denunciare possibili violazioni dell’obbligo di quarantena: 2.400 chiamate per 130 casi reali accertati.

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