Il governo nazionale ha comunicato trenta nuove vittime del coronavirus in Argentina: il totale dei morti in tutto il paese dall’inizio della pandemia sale così a 4.009. Durante la notte erano stati confermati 6.792 nuovi contagi, portando l’Argentina a superare la Germania per quantità di casi, 213.535. Il dato porta il paese sudamericano dal 20esimo al 19esimo posto nella statistica mondiale della Johns Hopkins University. Il Brasile, con i suoi oltre 2,8 milioni di contagi, continua a essere il paese della regione latinoamericana e caraibica più colpito dalla pandemia del Covid-19, secondo a livello globale solo agli Stati Uniti.

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All’interno dell’Argentina la situazione non cambia in fatto di distribuzione dell’epidemia. La scomposizione dei dati per province continua a evidenziare nella provincia di Buenos Aires la situazione più critica. Anche ieri, dei trenta morti 24 risiedevano in quell’area, mentre due nel territorio della capitale.

Tuttavia, l’Argentina conserva ancora un indice di mortalità (percentuale di decessi sui contagi confermati) più basso rispetto ad altri paesi, mantenendosi al di sotto del due per cento (1,87). L’Italia, per azzardare un confronto, ha finora un tasso del 14,17 per cento, il quarto più alto al mondo. Il primo paese del continente americano è il Messico, con un indice che sfiora drammaticamente l’11 per cento.


Intanto, è anche un altro indicatore a preoccupare le autorità del paese, a ogni livello di governo. Il livello di occupazione dei posti letto di terapia intensiva, sebbene stabile nelle ultime settimane, è al 56,5 per cento in tutto il paese e sale al 66,4 nell’area metropolitana di Buenos Aires. Si registrano anche 96.948 pazienti guariti dall’inizio dell’emergenza sanitaria, i primi di marzo.

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La obbligata prudenza ha portato il governo nazionale di Alberto Fernández a inasprire le misure di isolamento, vietando riunioni in luoghi chiusi in tutto il paese. Di fatto, un ritorno alla quarantena rigida anche per quelle province che non presentano situazioni preoccupanti, con non poco malumore manifestato da alcuni governatori provinciali (Coronavirus in Argentina, vietate riunioni in tutto il paese. Appello alla responsabilità individuale).

Ed è quello che potrebbe succedere nei rapporti tra il governo della città autonoma di Buenos Aires e il governo federale. L’ultima proroga della quarantena è fino al 16 agosto, raggiungendo i 149 giorni dal 20 marzo. Da quella data, le autorità della capitale potrebbero tentare una fuga in avanti smarcandosi da eventuali altri provvedimenti restrittivi. Se, almeno la curva dei contagi dovesse rimanere stabile e considerando che il numero delle vittime è in forte diminuzione rispetto alla provincia di Buenos Aires.

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