Il governo argentino ha decretato la proroga delle misure di distanziamento sociale fino al 28 di febbraio. La misura, spiegano dall’esecutivo di Buenos Aires, è una scelta obbligata, imposta da un nuovo aumento di casi di Covid-19 in tutto il paese. Con 1.915.362 casi finora accertati, l’Argentina è il dodicesimo paese al mondo come numero di contagi e conta anche 47.775 decessi.

coronavirus argentina proroga distanziamento sociale 28 febbraio
Il presidente Fernández col ministro della Salute, González García

Dopo una parziale tregua, anche effetto anche delle attività collegate al turismo estivo, le autorità sanitarie segnalano ogni 24 ore tra gli ottomila e gli undicimila nuovi contagi.

Il nuovo decreto impone il cosiddetto Dispo – distanziamento sociale preventivo e obbligatorio – in tutto il paese dando alle singole province e al governo autonomo della città di Buenos Aires la facoltà di imporre misure più restrittive quando richiesto dalle condizioni epidemiologiche del singolo territorio.


Tuttavia, il governo ha contestualmente previsto il ritorno alle lezioni in presenza. Il tema della scuola, da diversi mesi, è al centro del dibattito politico, con l’opposizione di centrodestra a chiedere la riapertura degli istituti di istruzione.

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Buenos Aires, immagine di repertorio

Anche con il nuovo intervento dell’esecutivo guidato da Alberto Fernández resta libera la circolazione su tutto il territorio nazionale, senza limitazioni tra le varie province. I singoli governatori, però, possono stabilire eccezioni in termini di tempo e spazio in csaso di risalita degli indici stabiliti dai tecnici del governo relativi al confronto della situazione tra le ultime due settimane e le due precedenti.

A rimanere vietati in tutta l’Argentina sono gli eventi che presuppongono concentrazione di persone come gli eventi culturali, sociali, ricreativi, religiosi e familiari con più di venti persone in luoghi chiusi e in luoghi privati all’aperto.

Ugualmente vietati gli eventi dello stesso genere con più di cento persone in luoghi aperti, le attività sportive in luoghi chiusi con più di dieci persone o che non consentano il distanziamento minimo di due metri. Ancora chiusi anche cinema, teatri, club e centri culturali.

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