Oltre 55mila contagi, decessi poco sotto i 1.200: sono gli ultimi dati del coronavirus in Argentina. Con una ‘aggravante’: il virus continua a circolare con numeri che paiono potenziarsi rispetto a sole due settimane fa. Nelle ultime 24 ore, difatti, sono stati 2.886 i nuovi casi registrati dei quali 1.692 nella provincia di Buenos Aires e 967 nella capitale. È questa la tendenza che si conferma e che ha portato il governo federale a inasprire le misure di contenimento.

Il ritorno alla fase uno, a provvedimenti rigidi, era stato annunciato dal presidente, Alberto Fernández, d’accordo con il sindaco della città autonoma di Buenos Aires e con il presidente della provincia di Buenos Aires, la più popolosa, soprattutto nel Conurbano, la cintura a ridosso della capitale. Contrariamente alle previsioni, la nuova fase uno interessa quelle aree dal 1 al 17 luglio. Una quarantena che, a varia intensità, ‘ferma’ l’Argentina ormai dal 20 marzo. Quasi quattro mesi, la più lunga del mondo.

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Oltre alla capitale, dunque, diversi sono i comuni che tornano all’isolamento obbligatorio. Si tratta di Almirante Brown, Avellaneda, Berazategui, Berisso, Ensenada, Escobar, Esteban Echeverría, Ezeiza, Florencio Varela, General Las Heras, General Rodríguez, General San Martín, Hurlingham, Ituzaingó, José Carlos Paz, La Matanza, Lanús, La Plata, Lomas de Zamora, Luján, Malvinas Argentinas, Marcos Paz, Merlo, Moreno, Morón, Pilar, Presidente Perón, Quilmes, San Fernando, San Isidro, San Miguel, San Vicente, Tigre, Tres de Febrero, Vicente López. Nel resto della provincia e del paese restano in vigore misure più tenue, a seconda del grado di contagio.


Il provvedimento interessa circa 15 milioni di abitanti, concentrati in un’area che ormai rappresenta oltre il 90 per cento dei casi di coronavirus accertati in Argentina.

Limitazioni alla circolazione, mezzi di trasporto ridotti al minimo, uffici della pubblica amministrazione chiusi al pubblico. Si esce solo in casi di necessità previsti, lavorano solo le aziende connesse ai servizi essenziali. “Il virus sta circolando molto più rapidamente e la ragione è l’aumento della circolazione delle persone. Sapevamo che il maggiore problema si sarebbe concentrato nelle aree metropolitana e la realtà è che il 97 per cento dei nuovi casi è nell’area di Buenos Aires e che negli ultimi venti giorni i casi sono aumentati un 140 per cento”, ha dichiarato Fernández annunciando la nuova fase uno.

“Abbiamo bisogno di guadagnare tempo per permettere al nostro sistema di salute di attendere tutti e a questo ritmo di crescita della curva non è possibile”, ha aggiunto il capo dello Stato. La preoccupazione è per il sistema sanitario: al momento risulta occupata più della metà dei posti in terapia intensiva. E non ci sono risorse finanziarie per rafforzarlo.

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