Il vaccino contro il coronavirus “non ha ideologia”, ciò che importa è “che salvi la vita degli argentini. E se salva la vita degli argentini lo compriamo”. Con queste parole il presidente, Alberto Fernández, difende la scelta di un principio di accordo tra Argentina e Russia per una fornitura dello Sputnik V contro il Covid-19, sviluppato dall’istituto Gamaleya di Mosca. Una scelta che, per alcuni settori della nazione, si presta anche una lettura politica.

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Il governo di Buenos Aires ha diffatti reso noto che una prima fornitura da dieci milioni di dosi sarà nella disponibilità argentina già i primi giorno del mese di dicembre. Altre quindici milioni, poi, dovrebbero arrivare a gennaio 2021. Fernández ha anche rivelato di essere già in possesso di due campioni dello Sputnik V e che ne farà egli stesso uso ma “non prima che sia disponibile anche per il resto della popolazione”.

Nei giorni scorsi è volta a Mosca la numero due del ministero della Salute, Carla Vizzotti, proprio per definire i termini dell’accordo. Che, secondo quanto spiegato da fonti governative argentine, sarebbe scaturito da una proposta delo fondo sovrano del paese guidato da Vladimir Putin.


Nella lotta al coronavirus in Argentrina, però, il governo non percorre la sola via russa. Lo Sputnik V, al momento, non ha superato la cosiddetta fase tre, cioè l’ultima prima della richiesta di autorizzazione. E, nella determinazione argentina, è tra gli altri vaccini presi in considerazione, tutti arrivati allo stesso step della procedura prevista a livello internazionale.

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Non c’è nessun accordo firmato né con la Russia né con gli altri (AstraZeneca, Pfitzer, Sinopharm e Janssen), anche perché a livello legislativo è ancora in formazione una regolamentazione specifica. E c’è prudenza anche a livello di opinione pubblica. Una inchiesta dell’università di Berlgrano, di Buenos Aires, segnala una certa diffidenza del 45 per cento degli intervistati. Che non vorrebbero essere tra i primi a provare il vaccino.

A ogni modo, dopo i contatti con Mosca, i vertici della Salute argentina hanno assicurato che, in caso di esito positivo dell’operazione, lo Sputnik V sarà somministrato prima alle fasce a rischio, personale sanitario, forze armate e corpi di polizia. E che non sarà obbligatorio ma avrà gratuità per i settori economicamente deboli. Per gli altri dovrebbe avere un costo di 19,90 dollari.

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